un se n’ha più..

Un anno fa, in questi tempi, qui in Toscana eravamo più o meno nella stessa situazione, tra neve, gelo e freddo polare. Allora dissero che era capitato tutto all’improvviso e non erano riusciti ad organizzarsi e così scuole mezze aperte e mezze chiuse, strade impercorribili con neve ghiacciata da ogni parte.. insomma, tutto bloccato! Fatto sta che quest’anno ci hanno pensato per tempo e già da Agosto ci hanno obbligati (dico..noi toscani) ad acquistare le catene per le auto e a tenerle sempre in macchina e ci hanno tenuti sul chi vive attimo dopo attimo.

Negli ultimi tempi, diciamo da una settimanetta in qua, assistevamo nei vari tg alle funeste previsioni meteorologiche e dicevamo tra noi: “Che Iddio ce la mandi buona..” e devo dire che in effetti la bomba siberiana che ci è piombata addosso è stata proprio “buona” ovvero di qualità e quantità sopra del comune (permettetemi un pizzico d’ironia)…. sì, oserei dire proprio al di sopra del Comune …ovvero dell’Amministrazione Comunale.

Ieri alle 14,45 alla tv annunciarono che nel giro di un quarto d’ora sarebbe nevicato a Firenze e io, che (disgraziata) sono a letto influenzata, mi son detta: “Eccoci.. cominciano le danze!” e ..non ci crederete, alle 15,05  la neve è arrivata anche davanti alla mia finestra, in perfetto orario!

Alle 18 è stata attuata l’ordinanza del Sindaco sulle scuole chiuse.. ordinanza che era stata preparata già il giorno prima (vedi te che efficienza in questo paese medievale?!) e poi hanno cominciato a trafficare le ruspe con la pala per la neve e gli spargi sale della Protezione Civile e tutto questo viavai di mezzi di soccorso è durato fino alle 2 di notte. “Ammappete.. vuoi vedere che stavolta se ne esce con dignità!” Non ero arrivata nemmeno ad accentare la “a” della parola dignità che si è scatenato il finimondo!

Tempo zero è andata via la luce.. vi chiederete: “Senza luce alle 2 di notte che problemi ci sono?”.. e allora ve lo dico io: pensate ai riscaldamenti, alle caldaie ferme, alle stufe a pellets inutilizzabili, alla casa esposta al vento siberiano ..al freddo e al gelo… al telefono e al modem ko,,che non puoi nemmeno avere comunicazioni perchè i numeri di telefono ce li hai su internet…

Qualcuno in casa mia (leggasi “mia figlia”) ha pensato che in fin dei conti anch’io, con la mia febbretta,  rappresentavo un tiepido approdo e detto fatto si è venuta a rintanare nel lettone, alle mie spalle, quatta quatta come se avesse trovato il bue e l’asinello della capannuccia.  A quel punto, come se tutto ciò non bastasse, il mio impianto di allarme casa,  supertecnologico che comunica con me via sms, si è messo a smattare e ha pensato bene di dirmelo sul cellulare in tutti i modi possibili e immaginabili.  Gli sms si susseguivano a raffica e la centralina mi diceva: “assenza di rete!” (voleva dirmi che qualcuno, forse qualche abile ladruncolo, aveva tolto la corrente), poi, dopo poco: “Ritorno rete!” (evidentemente era felice che tutto era tornato a posto) e dopo poco di nuovo  “assenza di rete!” .. e poi ha cominciato con i piagnistei: “Ho la batteria un po’ scarica”..  mi sembrava quasi di percepire il “sob” di chi sta male! Ogni volta il monitor del cellulare (silenzioso) si illuminava e rischiarava il soffitto della camera così che io pensavo che tutto era tornato normale e che era la luce della lampada sul comodino, ..ma mi sbagliavo. Nulla tornava normale. Alla fine il cellulare è morto per via che aveva finito la carica (ufficialmente è così ma forse l’ho scaraventato da qualche parte..) e io, in quel delirio, ho cominciato a pensare che l’anda e rianda della corrente mi avrebbe bruciato il frigorifero e non sopportando quell’idea mi sono alzata, al freddo, al buio, con la febbre,..e, a tastoni, ho cercato di raggiungere l’interruttore e staccarlo e non so come, ce l’ho fatta. A quel punto era l’alba e il chiarore che penetrava da qualche spiraglio della persiana un po’ mi rassicurava, tant’è che penso di aver sorriso all’idea di tornare al calduccio del mio giaciglio. Però prima di tornare a rincattucciarmi nell’angolino del mio letto,ho pensato bene di andare al bagno…e della serie “le sventure non vengono mai sole” dalle tubature non usciva più nemmeno una goccia d’acqua! … Gulp.. naaaaaaaaaaaaa,,, pure l’acqua manca! Mavvafff……..

Paese medievale,… organizzazione del giurassico!

brrr…

Ieri al meteo avevano annunciato l’ondata di freddo e ci hanno azzeccato, infatti è arrivato. Non so come vanno le cose in tutta Italia ma almeno qui in Toscana è arrivato il gelo. Per la prima volta abbiamo acceso i riscaldamenti a manetta e anche le stufine visto che all’improvviso ce n’è stato bisogno.

 Io sono tornata dal lavoro alle 13,30 e nel viaggio di ritorno a casa mi sono presa una ventata di tramontana ghiaccia che poi mi sembrava di aver la febbre da quanto mi ero tutta scombussolata. Nel pomeriggio non vi dico poi che grandi manovre per metter a riparo i fiori in giardino, per sistemarli nelle piccole serre che ho montato in fretta e furia…!

Ogni anno in questo periodo mi ripeto che ogni tanto bisognerebbe buttare via le piante (visto che da sole non seccano) e ricomprarle più piccole perché non è possibile crescerle amorevolmente per anni e anni per poi ritrovarsi dei giganteschi baobab da non saper dove riporre…e talmente grandi da doversi spezzare la schiena per spostali. Ho due piante grasse che non passano più dalle porte e un beniamino che picchia nel soffitto.. sì, in casa mia i soffitti sono a 3 metri e 20.. figuriamoci un po’ che bestia! (e pensare che in passato l’ho già “scapato almeno due volte)..
E poi c’è il filodendro: lo scorso autunno gli tagliai via un lungo tralcio e glielo misi accanto, infilato nel terreno del vaso a mo’ di tutore.. ma poi in primavera mi accorsi che i filodendri erano diventati due e così adesso mi ritrovo due Monstere da accudire. Qualche tempo fa ho fatto un giro dai giardinieri chiedendo se volevano in regalo qualche bella pianta, ma nonostante il loro costo sia elevato e invece io gliele avrei regalate, non le vogliono, perché sono poco commerciali.. la gente ha case piccole e non ha voglia di perdere tempo a fare il giardiniere. E così me le devo tenere io..
Ho anche messo in casa i miei pappagallini. In realtà ci avevo già pensato qualche giorno fa perché avevo già paura che la notte patissero il freddo e così mi ritrovo due gabbiette con due coppie di inseparabili che stanno già preparando il nido e che presto aumenteranno di famiglia.
Per me adesso può anche nevicare,… io sono pronta ..

l’inverno che amo..

Qui fa freddino, si gira imbacuccati e si sente dire che tanta gente è infreddata e ha la febbre.
E’ arrivato l’inverno, con i suoi silenzi e con i suoi profumi di muschi e di licheni. Quello con l’aria impregnata dal fumo di legna arsa nei camini.
Al mattino, mentre vado al lavoro, mi ritrovo a camminare speditamente a testa bassa, con il bavero del giaccone alzato sul collo. Poi via via allungo il passo in discesa e pesticcio le foglie gialle cadute giù dai rami spogli dei platani imponenti. Fruscii e scricchiolii accompagnano i miei passi e a volte mi inducono a giocherellare facendo una sorta di buffo slalom tra il fogliame brillante di rugiada ai primi raggi del sole mattutino.
Mi piace sentire il tepore delle mie mani sprofondate dentro alle tasche del cappotto. E poi  guardare lontano, alle vette dell’Appennino che si ergono dietro alla valle dell’Arno.
Ogni mattina è uno spettacolo diverso: a volte c’è la foschia bassa e le cime dei monti più alti spiccano bianchi di neve. Altre volte no, il cielo è plumbeo e i fumi dei camini si spostano verso est trasportati dal lieve vento di mare che qui si sa che porterà la pioggia. Ogni mattina sempre lo stesso tragitto a passo svelto e ogni volta è una nuova pagina del diario della mia vita.
Sensazioni  sempre nuove che si stratificano e che si sedimentano lentamente.
Emozioni che tornano a farsi sentire periodicamente, anno dopo anno,  una dietro all’altra, incessantemente. 
Oggi ho visto il primo addobbo dorato, un piccolo fiocco,.. il primo segno del Natale, .. oddio che bello!