Una decina di anni fa mi capitò a scuola Alessio, un alunno terribile. Era un tredicenne davvero agitato e ne combinava di tutti i colori: picchiava i compagni, bestemmiava, rubava… era incontenibile. Io sapevo il perché della sua rabbia, infatti avevo avuto a scuola anche suo padre e conoscevo la sua storia. Alessio era figlio di due ragazzi poco più che quindicenni, che non avevano mai formato una famiglia e lo avevano abbandonato alle cure dei nonni paterni, persone con un sacco di problemi. Io, in quel periodo, ho dedicato molto tempo a parlare con Alessio. Un po’ lo brontolavo e un po’ gli davo fiducia per aiutarlo a crescere.
Ricordo che in terza media mi presi la responsabilità di portarlo in gita; andammo a Recanati a visitare la casa di Leopardi e sulla via del ritorno, lui fece male ad un compagno e meno male la famiglia di quel ragazzo si dimostrò comprensiva, altrimenti io per prima avrei passato delle grane in quanto responsabile della salute degli alunni. Credo che sia stata l’ultima gita a cui ho partecipato, infatti poi mi impaurii e pensai che era meglio evitare situazioni rischiose.
I primi anni che insegnavo i ragazzi si stupivano anche davanti alla Torre pendente a Pisa (a pochi chilometri da qui, dove abito e dove c’è la scuola) e restavano lì a bocca aperta a guardarla, tanti anni dopo lo stesso stupore non lo provavano nemmeno sul Canal Grande a Venezia. Le gite avevano perso molto del loro valore didattico e non servivano più a molto se non a far socializzare i ragazzi. Ma tra socializzazione e caos, per i tredicenni il passo è breve e allora basta, non mi sarei più mossa dalla scuola.
A parte questo, dico che avere in classe Alessio, insieme ad altri 29 tredicenni estremamente diversi l’uno dall’altro, è una delle esperienze che metterebbe a dura prova anche la pazienza di Madre Teresa di Calcutta. Ogni volta che lui usciva io lo dovevo controllare perché trovava sempre il modo di rubare qualcosa a qualcuno. La povera bidella non era libera di lasciare niente incustodito perché poi inevitabilmente le spariva. Qualcuno si chiederà se magari perquisendo lo zainetto di Alessio avremmo potuto recuperare la refurtiva, ebbene no, non si possono perquisire i ragazzi né i loro zainetti. Più volte vennero a scuola i carabinieri e ricordo bene il maresciallo a fare il predicozzo agli adolescenti irrequieti, ma non serviva a nulla. Nei 5 anni che Alessio stette con noi (2 anni ripetente) fu sempre una guerra senza tregua, roba da far perdere la voglia di insegnare e cambiare lavoro.
Voi ora vi chiederete perché vi racconto questa storia: ebbene, oggi pomeriggio sono andata nell’ambulatorio del dott. House per farmi segnare delle medicine e, una volta entrata nella sala d’aspetto chi ti trovo? Trovo lui, Alessio! Gli stessi occhi pungenti, neri come la pece, gli stessi capelli rasati come si addice ad un vero boss. Qualche tatuaggio, jeans strappati ultima moda e giubbottino di pelle, mascherina nera, anelli e bracciali in acciaio brunito. Un vedo duro! Appena mi ha vista mi è subito corso incontro e mi ha fatto un sacco di feste. Anche se aveva la mascherina si vedeva che sorrideva ed era felice di vedermi.
Gli ho detto: “ Guarda chi c’è! Ciao Alessio, è un po’ che non ti vedo, come te la passi? Ormai hai più di 20 anni hai trovato un lavoro?” Lui mi guarda e mi fa: “Certo prof! Ora sono a posto, ho trovato un buon lavoro e una bella fidanzata con un sacco di soldi” e io allora gli ho detto: “ Che bello! Pure la fidanzata, allora sei proprio fortunato! E che lavoro fai?” e lui: “ Sono addetto alla vigilanza di un negozio Mediaworld”…. (pausa per riprendersi visto che ero rimasta a bocca aperta)… “Beneeee! Bel lavoro che hai trovato, complimenti! Guarda di comportarti bene e mantenertelo, ok?” ..e lui”Certo prof, ci conti” e mi ha strizzato l’occhio, come faceva sempre da ragazzino, tra una birbonata e l’altra.
A questo punto era il mio turno per entrare dal dott. House e ho mollato lì Alessio e le sue storie (un po’ vere e un po’ no, ci avrei giurato) e me ne sono andata chiedendomi tra me e me se davvero Alessio avesse trovato quel lavoro di fiducia e comunque chissà se Mediaworld ha previsto di mettere nell’organico dei suoi dipendenti un “supervisore-addetto al controllo degli addetti alla vigilanza del negozio”…
..e mi sono ritrovata a sorridere tra me e me mentre scuotevo il capo 
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