Perché si dice…

“Nascere con la camicia”

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“Essere fortunati, portare a buon termine qualunque tipo di operazione intrapresa”.

Il feto, nell’utero materno, è avvolto da una membrana protettiva. detta amnio, che al momento della nascita resta nel ventre materno. In qualche caso, però, il neonato ha ancora la testa coperta da parte di questa membrana e in certi casi, molto rari, l’intero corpo. Fin dai tempi più remoti il fenomeno è stato considerato di buon auspicio. Nell’antica Roma, per esempio, le levatrici vendevano l’amnio agli avvocati, ad altissimo prezzo, sostenendo che un amuleto del genere portato sempre addosso conferisse loro un’eloquenza straordinaria e gli consentisse di vincere  tutte le cause. Con il passare del tempo si è arrivati perfino a vedere nel fenomeno un intervento divino: in Francia, l’amnio veniva benedetto da un prete e se assomigliava anche lontanamente alla mitra episcopale, il neonato che lo portava addosso al momento della nascita veniva consacrato alla vita religiosa. Questa abitudine non è ancora del tutto scomparsa in Francia, mentre gli inglesi, sempre molto pratici,  quando si verificava un’eventualità del genere, mettevano l’amnio in vendita, con inserzioni sui giornali o addirittura con manifesti. Pare che gli acquirenti accorressero in massa.

Lo sapevate? 🙂  Io no.

Buon inizio settimana a tutti.

 

Pubblicato da

Alidada

sono qui, nel mio spicchio di cielo

23 pensieri su “Perché si dice…”

  1. sorrido di tenerezza per la protezione del ventre materno… sul resto sorrido per la curiosità di certi ‘rituali’ propiziatori?… dell’umano
    piaciuto assai
    non conoscevo questa cosa
    Notte, Ali’
    mi rimbocco le lenzuola 🙂
    baci baci

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  2. I miei mi dissero che avevo l’amnio addosso alla nascita. Ne tirarono loro la fortuna vincendo una riffa il giorno della mia nascita…per il resto tanto propizio non m’è parso per il resto della mia esistenza.. però è una fortuna , forse, che io sia ancora qui a parlarne…più ottimista di così! 😀

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      1. una lotteria fatta in casa…si mette in palio qualcosa (in quel caso era un negoziante vicino casa che metteva in palio un cesto di cibarie e bevande) si attende l’uscita dei numeri del lotto, il primo estratto deve corrispondere al numero da te scelto tra 1 e 90 nella “riffa” proposta dal negoziante. Non credo sia dialettale.

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  3. Lo sapevo, ma è sempre bello leggere qualcosa scritto da te e… sul ventre materno, sulla nascita, sul primo vagito.
    Grazie, cara Ali.
    Scusami se non ho potuto venire spesso da te ultimamente,
    Sono stanchissima.
    Cuoricino per te
    Buona nuova settimana
    :*
    gb
    A presto!

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  4. Bellissimo, io non lo sapevo e sorrido per l’abitudine di noi umani nel voler dare sempre un senso ad ogni cosa e, perchè no, ricavarne guadagno 😀

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  5. Sapevo della membrana ma non della cosa sulla mitra episcopale. Ciao 🙂

    E sapete perche’ si dice ” il gioco non vale la candela”? Perche’ nel ‘ 700 o anche prima gli avventori di una osteria pagavano una candela ( se vilevano) per farsi luce mentre giocavano a carte la sera. E” sicuramente accaduto che, sul tardi, qualcuno abbia detto ” facxiamo un’altra partita? Compriamo un’ altra candela.. ” ” e gli amici : “ormai sta per chiudere, il gioco non vale la candela!”. E d allora… 🙂

    Marghian

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