Luglio col bene che ti voglio…

Il caldo mi scioglie le idee; sento che diventano liquide come neve al sole. Non trovo pace in questa specie di forno crematorio che è la mia casa in questi giorni. Eppure la mia dimora guarda il nord e dovrebbe essere fresca per definizione. Ma sarà colpa dei lavori che abbiamo fatto e che ci hanno costretti a tenere aperte porte e persiane anche nelle ore più calde del giorno oppure sarà la mia età che avanza e il livello di sopportazione abbassa, non so cos’è ma so che non ce la faccio a tirarmi su. Non ricordo un’estate così torrida nell’ultima decina di anni.  Il mio spazio vitale è ridotto all’essenziale e spazia in poche centinaia di metri, al limite arriva fino alla Coop che dista sì e no 5 chilometri.  Il termometro maledetto che è in questa stanza insiste a segnare 29 gradi anche ora che è quasi mezzanotte, nell’auto oggi invece andava oltre i 46 gradi. In pratica mi sono rigirata più volte nel sedile della macchina per arrosellirmi al punto giusto 😦

Brutte giornate, senza uno spiraglio di vento; le file di persone alle casse dei supermercati sono uno dei posti più piacevoli in cui sostare, con quegli spiragli di aria condizionata a -10° C che non sai mai se ti fanno resuscitare o se ti danno il colpo di grazia. E le bibite fresche consumate in quantità industriale. Ieri sera ho sistemato davanti a casa mia 6 sacchi enormi pieni di bottiglie di plastica per la raccolta differenziata, roba che la gente si chiedeva se finalmente mi fossi decisa ad aprire quel bed and breackfast che ho sempre detto che mi sarebbe sembrata una buona idea di lavoro futuro 🙂

No, dai… non ci si può fare in questo modo! Pure gli animali sono arrabbiati. Stamattina sono andata in giardino a portare un po’ di insalata alle mie tartarughe e quando mi sono avvicinata alla loro casetta, non ho fatto in tempo a posare la verdura che si è alzato in volo uno sciame di vespe che mi ha attaccato pungendomi  tutta la mano destra e anche il braccio. Non vi dico che paura e che dolore! Sono fuggita via a mille all’ora pensando tra me e me che era giunta l’ora di lasciare questo mondo ostile e che morte più stupida non avrei potuto fare. Vi immaginate: “Alidada morta schiantata da un pinzo di vespa in una torrida giornata estiva!” …Ma si può…? 😦

A parte tutte queste vicissitudini, vi offro un po’ di frutta fresca che così ci si tira su il morale 🙂

frutta

Buon venerdì a tutti 😉

con ‘sto caldo…

Era da tempo che si pensava di risistemare la casa ma non ci si decideva mai. Quando una cosa quando l’altra, non era mai il momento giusto per partire e dare inizio ai lavori.A fine giugno ci siamo decisi: chiamiamo gli operai e facciamo rimettere a nuovo il bagno! All’inizio eravamo tutti elettrizzati a cercare le piastrelle nuove e tutti gli accessori per la sostituzione, ma appena data la prima occhiata ai prezzi, la maggior parte dell’entusiasmo era già finito.  Ma quanto costa la roba al mondo d’oggi? 😦 Comunque sia non ci siamo dati per vinti e abbiamo proceduto nell’intento: abbiamo trovato e acquistato i materiali ad un prezzo ragionevole e poi abbiamo chiamato a rapporto un muratore, un piastrellista, un idraulico, un elettricista e poi, perché no.. pure un installatore di pareti in cartongesso e infine un imbianchino.  Un esercito, insomma! E non era nostro intento fare un bagno per una reggia, no…, una cosa normale, abbastanza carina e funzionale, …anche in considerazione del fatto che la volta precedente  quel bagno lo avevano restaurato i miei genitori nel 1970 giù di lì, quindi era tutto molto datato.

Beh, su quel che segue ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia, non un post per un blog, … un’odissea! Fare i lavori in una casa vecchia è un’impresa ciclopica. Senza contare che negli ultimi tempi la temperatura durante il giorno si aggira sui 40°. Immaginatevi tutte le porte e le finestre aperte, il viavai degli operai, la polvere, i calcinacci,  il chiasso…e il caldo asfissiante… un inferno! Dopo 10 giorni di lavori ancora non è finito…spero di sopravvivere.  

l’amore che supera la forza di gravità

Il mio post di oggi è dedicato ad un grande artista che nacque il 7 luglio 1887 in un lontano paese della Bielorussia: Marc Chagall. Oggi è il suo compleanno. Chagall1

La pittura di Chagall ha il profumo degli angeli e la struggente malinconia delle note di un violino. Quanto all’amore, la sua caratteristica iconografica e’ il volo.  Guardiamo insieme due quadri.

La prima opera di cui voglio parlare è la Passeggiata, che ritengo sia l’emblema dell’amore.

chagall_la_passeggiata

Splendido e dall’atmosfera fiabesca, il dipinto racconta di una giornata di gioia trascorsa dai due innamorati, Bella e Marc, facendo un picnic nei prati intorno a Vitebsk. Lui, vestito elegantemente, la tiene per mano dalla parte sinistra, quella del cuore. Lei si libra nell’aria come un angelo, quasi a richiamare il potere soprannaturale del vero amore.
Il viso dell’artista esprime tutta la felicità possibile, per l’amore che sta vivendo e che vince sui mali del mondo. Nella mano destra di lui un uccellino rappresenta la libertà e l’amore per la natura. Una cavalla, che sulle colline bruca l’erba, esprime la passione che nutre la vita dell’uomo, l’amore che trascende ….
Lo stile del dipinto risente della scomposizione cubista che Chagall aveva appreso a Parigi. La chiesa sullo sfondo, dipinta in rosa tenue, diversa dagli altri edifici, ricorda la parte spirituale dell’amore e della vita.
Questo dipinto è un autentico manifesto della felicità e della gioia di vivere una vita semplice ma dai contenuti profondi, perfetta, dominata dalla fantasia e dalla creatività unite all’amore.

La seconda opera invece è Il Compleanno e fa parte della serie di dipinti che inneggiano l’amore dell’artista per la prima moglie.

chagall_compleanno

Bella, nel suo libro, racconta che, mentre decorava la stanza con dei fiori per il compleanno del marito, Chagall le chiese di fermarsi perché voleva ritrarla. L’immagine è caratterizzata dai due sposi sospesi nell’aria e l’artista che, per baciare la moglie, assume un’angolazione impossibile. Chagall dipinge minuziosamente ogni cosa, ad indicare che quando è con la moglie Bella ogni cosa della realtà è perfetta e sembra che lei possa portargli la felicità.

E’ stupendo, non trovate?  …

Buona giornata a tutti.

[immagini  e testi presi dal web e rielaborati]

Lord Gabbian

gabbiano

Ho sempre cercato di fotografare gli uccelli, ma raramente mi è capitato di trovare delle posizioni ravvicinate che mi avrebbero permesso lo scatto;  Questa volta l’ho beccato! 🙂 Camminava tutto assorto, con la flemma di un lord inglese,  sulla banchina lungo mare a Viareggio.  Chissà che stava pensando: forse aveva per la testa dei pensieri complessi..o più semplicemente forse era solo un grande vanesio che amava mettersi in mostra.

Io lo trovo bello, in quell’atteggiamento altezzoso… è un po’ borioso, insomma 😉

la mitica 500

Lo sapete quando ha debuttato sul mercato la prima Fiat 500  della storia italiana? Proprio il 5 luglio ma del 1957!

Qualche giorno fa me la sono trovata davanti, proprio così, con quel suo colorito vivace, un mix tra il rosso Van Gogh e il rosa salmone. Era proprio identica alla mia al punto che ho dovuto guardarla nei particolari per togliermi il dubbio che non fosse proprio quella. Ormai  sono più di venti anni che l’ho data via sostituendola con una nuova auto ma nella mia memoria  e nel mio cuore è come se il tempo non fosse passato. Ricordo nitidamente quando la vidi per la prima volta, in una calda giornata estiva; si trovava nel retro di un distributore dove l’aveva lasciata in vendita il precedente proprietario. La richiesta era di 150.000 lire ed era un buon prezzo per una diciottenne neo-patentata fresca di maturità. Mia madre acconsentì subito a regalarmela per aver terminato gli studi con un bel voto e così nel giro di un paio di giorni potei appropriarmi di quel gioiellino e potei sfoggiarlo alla stregua di una rossa Ferrari di Maranello.

Guidare una 500 non era banale, già per la messa in moto si doveva procedere ad una complicata sequenza di azioni: girare la chiave, alzare alternativamente le levette dell’aria e del motorino di accensione e se poi era freddo era bene anche azionare il tergicristallo anteriore perché quel dispositivo avrebbe potuto scaldare il motorino di avviamento facilitando la partenza.

Come mi sembrava grande a quel tempo la mia auto! Mi sembrava enorme e ci salivo anche con tre amiche!. Ma come si faceva a salire in quel microbo di macchina in 4 persone? 🙂 Comunque sia la cosa più spettacolare era  quando si doveva scalare la marcia; era proprio allora che il guidatore dimostrava la sua classe. Si chiamava “doppietta” gas – frizione – messa in folle- gas – frizione – inserimento della marcia. I piedi si dovevano sincronizzare con le mani e il motore doveva “rombare” per le vie del paese, dimostrando a tutti l’abilità del guidatore; ogni benché minimo errore veniva sancito con una solenne e rumorosa “grattata”  che faceva sogghignare la gente che da allora in poi ti avrebbe guardato con una sorta di disprezzo, difficile da superare.

Penso che oggigiorno non si possa capire tutto questo. Tante auto hanno il cambio automatico oltre ad ogni genere di confort, a quei tempi inimmaginabile. A volte la mia 500 non ne voleva sapere di mettersi in moto e di partire e allora cercavo una discesa, aprivo lo sportello per mettere una gamba fuori e dargli una spintarella e quando cominciava a prendere velocità – frizione – seconda – frizione … qualche piccola scossa e l’auto si metteva in moto. Ricordo che una volta a Pisa mi si fermò su un incrocio e non ne voleva sapere di ripartire, allora mi affacciai al finestrino dissi all’autista dell’auto che si trovava dietro se poteva darmi una  spintarella con la sua macchina…et voilà.. detto fatto, un cenno di saluto e di ringraziamento.. pollice su… e via 😉

Piansi quando dovetti abbandonare la mia 500, ma ormai era allo stremo delle sue forze e non potevo continuare in quel modo; dovetti comprare una nuova auto  ma come fu dura lasciarla!  La mattina dopo averla ceduta al rivenditore ricevetti una sua telefonata, mi diceva che l’auto non ne voleva sapere di partire… fui in difficoltà, come avrei potuto spiegagli tutti i segreti … 😉