Prima di parlare d’altro mi piacerebbe raccontare un po’ della mia visita in Polonia. Sinceramente non avrei mai detto che un giorno avrei visitato quello stato. Più volte in vita mia mi sono ritrovata a pensare ad un viaggio in America, o in varie località della Francia, o a delle mete in Inghilterra, ma non credo di aver mai fatto un pensierino sulla Polonia. Se ora cerco di ricordare come me la immaginavo prima forse devo ammettere che la fantasia non era tanto lontana dalla realtà,… o forse no, non so… quello che ora so è che quel che ho visto mi è piaciuto molto. Non sto parlando dei monumenti e delle città o delle bellezze paesaggistiche, no.. sto parlando di altro e per spiegarlo devo cominciare dall’inizio. Noi eravamo una piccola comitiva di insegnanti e ragazzi e siamo andati in Polonia per il progetto Erasmus, che è una iniziativa europea il cui scopo è lo scambio culturale. Insieme a noi c’era una comitiva di Turchi e due gruppi di Romeni. Cinque gruppi in tutto. Eravamo ospitati in un piccolo paese rurale a circa 4 ore da Varsavia, in una specie di ostello piuttosto spartano, ma confortevole. Le nostre giornate erano dedicate in parte allo studio e in parte alle camminate e alle iniziative sportive. Lasciamo perdere lo studio, che ci si può immaginare come fosse e parliamo delle camminate e delle iniziative sportive.
Un pomeriggio tutto dedicato al bowling: io non so voi che esperienze vivete ma qui dove abito io pochissimi giocano al bowling… invece in quel paese un po’ sperduto ho potuto constatare che tutti giocano al bowling, pure la preside che era infallibile… e anche tutti i ragazzi. Fatto sta che noi ci siamo difesi al meglio, ma eravamo delle schiappette a confronto agli altri. Poi un altro pomeriggio è stato dedicato ad altri giochi, come il tiro alla fune e alla corsa nei sacchi. Erano almeno 20 anni che non vedevo una corsa nei sacchi e una disfida di tiro alla fune. Mi sono divertita tantissimo, mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo. Un altro giorno ancora l’organizzazione prevedeva la caccia al tesoro e non vi dico che faticaccia per trovare le cose utilizzando un foglio ed una mappa dove i polacchi avevano dato le informazioni utilizzando il loro inglese “personalizzato”. Beh, non voglio dilungarmi troppo altrimenti vi annoio, ma mi piacerebbe parlarvi dei cibi che ci sono stati offerti: dal semplice pollo lesso con patate lesse (tutti i giorni a pranzo e a cena) al succo di frutti di bosco riscaldato, da bere al posto della semplice acqua. Cetrioli e ravanelli a gogò… e zuppe di verdure a tutto spiano. Buono, ma piuttosto spartano anche il cibo..io direi. Più stavo in Polonia e più mi sembrava di essere tornata all’Italia degli anni sessanta. Nessuno che mi offriva collanine e braccialettini ad un euro: vedevi in giro sempre e solo polacchi e basta.
Nessun lusso e niente sfarzo, si vedeva che il passato era stato pesante da superare e che era necessario accontentarsi di quel che si aveva e che si produceva nei campi. Tutto costava pochissimo e la gente si vedeva chiaramente che era tranquilla, abituata a vivere nella semplicità e senza correre a destra e a manca per rincorrere il tempo che non basta mai. Nei musei le opere più belle erano di importazione da altri stati, soprattutto dall’Italia e questo faceva capire come l’arte italiana fosse apprezzata e rispettata. Alla tv passavano film in lingua originale ma con i sottotitoli in polacco e, cosa stranissima, in alcuni film il doppiatore era unico e faceva la traduzione per tutti gli interpreti. Da questo viaggio mi sono portata per ricordo pochi oggetti: una piccola scatola di tisane ai frutti di bosco, ma anche le bustine sono spartane infatti non hanno nessun leghino per reggerle… e poi una tazza con disegnate le cicogne (che ho visto lì nidificare sui tralicci dell’energia elettrica); una scatola di cioccolatini che non mi ero accorta all’interno racchiudevano delle prugne secche e qualche lapis da regalare ai nipotini. Oggetti pochi ma ricordi tanti. Le risate tra compagni di viaggio saranno difficili da dimenticare, e le chiacchierate tranquille a cercare di capirsi tra chi parla lingue tanto diverse… è proprio vero che viaggiare ci arricchisce dentro.