Problemino

tarttarughine

Dico io… ma si può???   Ne avevo 2 e nel giro di 3 anni me ne ritrovo 12!!!  14  Ieri me ne sono apparse 4 nuove…

Le tartarughe nel riprodursi faranno mica come i conigli? Seguiranno mica i numeri della successione di Fibonacci?  Se così fosse, nel giro di pochi anni me ne ritroverei un centinaio.al passo coi tempi

conigliera

Intanto ho separato il tartarugo dalla consorte (che non ne può proprio più!) , poi studierò come procedere perché non posso continuare comprare insalata in quantità industriale pensieroso

lo zero

   Questo post lo intitolerei “il matematico impertinente e il pisano sconvolgente”, ma in realtà il tema è un altro: lo zero. Eccovi un po’ di notizie e curiosità! Eppure c’è chi dice che lo zero è inutile…


odifreddiCominciamo da Odifreddi (che a me piace tanto.. finchè non parla di religione)….
   Per Piergiorgio Odifreddi, la matematica di certo non è un’opinione.
   Da grande esperto qual è di testi divulgativi a carattere scientifico ed esperto in logica matematica è definito un “matematico impertinente”.
In molti tendono a crearsi uno stereotipo del matematico come uomo immerso nel suo mondo, avvolto da un aurea misteriosa, svagata e quasi cupa. Ma sentendo il prof. Odifreddi quest’idea crolla inesorabilmente.
     “Noi matematici siamo persone normali -asserisce il prof , -io prossimamente addirittura farò teatro”.
In realtà bisogna capire che la matematica serve e va percepita nell’ottica che intendeva Galileo, per il quale altro non era che l’idioma in cui è scritto il linguaggio della natura.
Oggi la matematica ha molti dialetti, tutti utili per imparare a leggere e capire la natura”. L’intervistatore incuriosito da tanta competenza e leggerezza nel trattare un argomento troppo spesso tabù per tante persone, chiede al prof, che cos’è lo zero? “lo zero è il niente- risponde Odifreddi- è il silenzio, il nulla, il vuoto in fisica, la mancanza di quantità in matematica”.
 I greci e i romani, non l’avevano, è un’invenzione indiana. Fra utili e ricavi, fra attivo e passivo loro hanno scoperto che in caso di pareggio c’era bisogno di un simbolo che rappresentasse questa realtà . Così, per mere esigenze di ragioneria inventarono lo zero”.
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Leggendo questa intervista mi sono chiesta quanti sanno come è nato lo zero in matematica. Se ci pensate non era presente nella numerazione romana..e allora?.. da che parte è sbucato? Per raccontarvelo vi devo parlare di un personaggio pisano .. sì, proprio uno di casa mia:
 Leonardo Fibonacci, figlio di Guglielmo Bonacci, nacque a Pisa intorno al 1170. Suo padre era segretario della Repubblica di Pisa e responsabile a partire dal 1192 del commercio pisano presso la colonia di Bugia, in Algeria. Alcuni anni dopo il 1192, Bonacci portò suo figlio con lui a Bugia. Il padre voleva che Leonardo divenisse un mercante e così provvedette alla sua istruzione nelle tecniche del calcolo, specialmente quelle che riguardavano le cifre indo-arabiche, che non erano ancora state introdotte in Europa. In seguito Bonacci si assicurò l’aiuto di suo figlio per portare avanti il commercio della repubblica pisana e lo mandò in viaggio in Egitto, Siria, Grecia, Sicilia e Provenza. Leonardo colse l’opportunità offertagli dai suoi viaggi all’estero per studiare e imparare le tecniche matematiche impiegate in queste regioni. Intorno al 1200, Fibonacci tornò a Pisa dove per i seguenti 25 anni lavorò alle sue personali composizioni matematiche. In tutta la sua produzione l’opera più importante è il “Liber abaci” (il libro dell’abaco), comparso attorno al 1228: è un lavoro contenente quasi tutte le conoscenze aritmetiche e algebriche ed ha avuto una funzione fondamentale nello sviluppo della matematica dell’Europa occidentale.
  In particolare la numerazione indo-arabica, che prese il posto di quella latina semplificando notevolmente i commerci extraeuropei, fu conosciuta in Europa tramite questo libro. In tale sistema di numerazione, il valore delle cifre dipende dal posto che occupano: pertanto egli fu costretto ad introdurre un nuovo simbolo, corrispondente allo zero “0” che inizialmente veniva solo usato per indicare il risultato di un’operazione, e che poi ebbe l’importante compito di riempire le posizioni vacanti. (tanto per fare un esempio, basti pensare alla cifra 2007 che senza zeri diventerebbe 27).
La reputazione di Leonardo come matematico divenne così grande che l’imperatore Federico II gli chiese un’udienza mentre era Pisa nel 1225. Dopo il 1228 non si sa in sostanza niente della vita di Leonardo tranne il decreto della Repubblica di Pisa che gli conferì il titolo di “Discretus et sapiens magister Leonardo Bigollo” a riconoscimento dei grandi progressi che apportò alla matematica. Fibonacci morì qualche tempo dopo il 1240, presumibilmente a Pisa.