Ciao scuola…

Inutile negarlo, mi manca un po’ la scuola. Non tantissimo, ma abbastanza. Non si può dimenticare quello che è stato il proprio lavoro per quasi 40 anni. Ci ho creduto molto nella professione di insegnante e l’ho portata avanti con passione.

Penso che, nonostante le giornate uggiose in cui vai al lavoro col mal di testa, le faticacce delle riunioni, le arrabbiature con i ragazzi, i mille problemi con le teste dei genitori e le migliaia di pacchi di compiti di matematica da correggere… nonostante tutto ciò, se potessi ricominciare da capo ripartirei, con tutto quell’entusiasmo che ho sempre avuto.

Non mi ci voleva di andare in pensione con il lockdown, mollare le classi e subito dopo privarmi della libertà di muovermi e non mi ci volevano tutti gli altri problemi che quest’inverno mi hanno massacrato la vita, ma è andata com’è andata ed è inutile fermarsi a riflettere su ciò che potrebbe essere e non è. E allora, oggi è terminato un altro anno scolastico e io voglio augurare una buona estate agli studenti e ai docenti e spero che questo che è appena trascorso, sia l’ultimo delle lezioni in dad e della paura del contagio. Auguro vivamente a tutti che da settembre prossimo si possa ripartire serenamente e che la scuola possa assolvere di nuovo e a pieno al proprio ruolo importantissimo della formazione dei futuri cittadini.

Lascio qui sotto, un pensiero di Rodari, una riflessione sempre attuale sul ruolo dell’insegnante in special modo della scuola primaria, che poi, a parer mio, forse è la più importante di tutte.

Bello, vero? A parer mio è magnifico.

L’ira della prof

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So che sono una prof vecchiaccia saggia e che col tempo sono diventata più rincoglionita tollerante; so che non devo arrabbiarmi perché in qualche modo mi fa male alla salute e so che ogni volta che perdo il controllo devo stare attenta alle parole che uso con i mostri  ragazzi altrimenti rischio che le forze dell’ordine mi ammanettino e mi portino a Sollicciano in gattabuia. So un sacco di cose di questo tipo, ma nonostante ciò, ogni anno i tredicenni mi provocano  qualche  adolescente ha il coraggio di provocarmi e allora scatto e mi sento in dovere di far valere la mia autorità di insegnante: cioè mi arrabbio!  Ok, la Montessori, Pestalozzi, don Milani, Piaget,.. e pure Vygotsky si staranno rivoltando nella tomba perché la Didattica (quella con la D maiuscola) vuole una scuola paziente e del “volemose bene”… una “buona scuola” nel vero senso del termine, una scuola che non prevede che gli insegnanti si infurino… Sì, ma dico io, quei grandi pedagogisti lì avevano forse a che fare con i tredicenni di oggi giorno? Risposta…NO!  Ai tredicenni del giorno d’oggi dici che il cellulare deve stare SPENTO e dentro lo zaino, ma loro escono al bagno con il cellulare in tasca e dopo qualche minuto mettono i selfie su Instagram. Ai tredicenni dici che al termine delle lezioni, all’uscita da scuola,  devono attendere i genitori che li vengano a prendere fino al portone e ogni santo giorno c’è qualcuno che esce dalla mischia e se la squaglia come se niente fosse. Ai tredicenni dici che il regolamento della scuola prevede che durante l’intervallo si sta in aula o nel corridoio  antistante la porta d’ingresso, ma poi alzi lo sguardo e ne vedi qualcuno al piano di sopra a parlare con i ragazzi delle altre classi..e così via, le regole non le rispettano e non ne vogliono sapere. Se poi a qualcuno fai una nota sul diario, puoi star tranquillo che quel diario verrà dimenticato a casa a oltranza o strappato (dice) da qualche fratellino vandalo..insomma, è tutto un darsela ad intendere. Sono pochi alunni quelli studiosi, tranquilli e leali, tutto il resto è un “normale adolescente” ovvero troppo foruncoloso, che ride troppo, che piange troppo, che parla troppo o che sta troppo zitto..insomma..è troppo di tutto. Diventerà “umano” quando l’adolescenza passerà e lui sarà fuori dalla scuola media, che è appunto la scuola dove io insegno. . Comunque sia,  allora ogni tanto ci vuole la sfuriata e dopo quella, per un po’ il vento sarà giusto e rimetterà in rotta la nave. A parte questo c’è da dire che l’incazzatura solenne l’arrabbiatura non è cosa da poco perché in pochi attimi porta la pressione sanguigna del prof minimo a 220, il ritmo cardiaco a 150, i bulbi oculari rischiano di uscire dalle orbite e l’embolo, che di certo è partito, è una mina vagante dentro di te.  La cosa comica è che io in quei momenti non ho ancora ben capito e ho ancora il dubbio se rischio la vita o se invece mi fa bene alla circolazione perché mi si stasano le arterie.. Un po’ come quando si guidavano le macchine di una volta, che le candelette si impiombavano e allora si tiravano le marce finché i pistoni non “uscivano dal cofano” e poi il motore tornava a funzionare alla perfezione. Mi ricordo le “sbraciate” con la 500, quando la spingevo ad andare a 80 in terza (che era come dire a tavoletta, perché di più non andava) …che forza! .. 49

Beh, dai, facciamo i seri, davvero non ho capito se la mia salute ne risente o no, ma so che quando andrò in pensione, da una parte tutto questo mi mancherà.  O forse no…chissà… perplesso2

Ancora non è Natale

caosNelle scuole è tempo di preparare i PDP per i Bes, per gli ADHD, per i DSA e per gli H…non dimenticando i protocolli di accoglienza e le norme della legge 170 e soprattutto della 104.  Paccate di roba da scrivere!… Poi c’è da aggiornare costantemente il Curricolo Verticale stando attenti al Pof e a PTOF…e i C.D.C. lavorano alacremente per questo,  tenendo conto delle indicazioni del C.d.I e del C.d.D.  A parte questo i Docenti devono  acquisire l’identità SPID e così spenderanno i loro soldini virtuali depositati nel loro “borsellino elettronico” (parole citate testualmente nella normativa!) servendosi di una piattaforma che attualmente funziona a pezzi e a bocconi. Poi gli Insegnanti si devono anche aggiornare e seguire corsi di formazione, seguendo indicazioni ben precise, dettate da una circolare ministeriale  che ad oggi  nessuno ha compreso quel che dice, tanto meno i Dirigenti Scolastici, perché scritta in una forma assurda interpretabile in cento modi diversi. Intanto  nelle scuole si consegnano pagellini interquadrimestrali riportanti  le prime valutazioni degli alunni, come se quelle scritte nei registri elettronici non fossero aperte alle lettura da parte delle famiglie dei discenti. Oltre a tutto ciò è tempo dei ricevimenti  generali pomeridiani, durante i quali interi gironi danteschi di genitori si prodigano in lunghe attese per conferire con gli insegnanti dei rispettivi figli; gente  accalcata nei corridoi della scuola  che parla e sparla di tutto e tutti.  Che caos!

Oggi pomeriggio da me,al ricevimento, è venuta una signora corpulenta che sembrava la Regina di Cuori di Alice nel Paese delle Meraviglie e mi dice: ” Mi ha detto mio figlio che lei tutte le mattine prima di iniziare la lezione si “impasticca”…prende delle medicine o delle pillole per dimagrire? “..giuro che stavo per mandarla a quel paese! Le volevo dire: “No, guardi, per sopportare suo figlio mi devo drogare!” 😦 …poi però ho fatto un respiro profondo e ho cercato di mantenere la calma: ” …veramente sono caramelle di orzo e, con il lavoro che faccio, che non sto mai zitta e parlo a voce alta, ne devo tenere in bocca qualcuna per curare il mal di gola!” no no

No, dai, …non siamo in linea in nessun modo, …è tutto troppo complicato e farraginoso; non siamo in linea ne’ con la burocrazia, ne’ con la tecnologia e nemmeno con la “sociologia”…ma come ci siamo ridotti? 😦  Ma la Montessori che ne direbbe di tutto questo?