
So che sono una prof vecchiaccia saggia e che col tempo sono diventata più rincoglionita tollerante; so che non devo arrabbiarmi perché in qualche modo mi fa male alla salute e so che ogni volta che perdo il controllo devo stare attenta alle parole che uso con i mostri ragazzi altrimenti rischio che le forze dell’ordine mi ammanettino e mi portino a Sollicciano in gattabuia. So un sacco di cose di questo tipo, ma nonostante ciò, ogni anno i tredicenni mi provocano qualche adolescente ha il coraggio di provocarmi e allora scatto e mi sento in dovere di far valere la mia autorità di insegnante: cioè mi arrabbio! Ok, la Montessori, Pestalozzi, don Milani, Piaget,.. e pure Vygotsky si staranno rivoltando nella tomba perché la Didattica (quella con la D maiuscola) vuole una scuola paziente e del “volemose bene”… una “buona scuola” nel vero senso del termine, una scuola che non prevede che gli insegnanti si infurino… Sì, ma dico io, quei grandi pedagogisti lì avevano forse a che fare con i tredicenni di oggi giorno? Risposta…NO! Ai tredicenni del giorno d’oggi dici che il cellulare deve stare SPENTO e dentro lo zaino, ma loro escono al bagno con il cellulare in tasca e dopo qualche minuto mettono i selfie su Instagram. Ai tredicenni dici che al termine delle lezioni, all’uscita da scuola, devono attendere i genitori che li vengano a prendere fino al portone e ogni santo giorno c’è qualcuno che esce dalla mischia e se la squaglia come se niente fosse. Ai tredicenni dici che il regolamento della scuola prevede che durante l’intervallo si sta in aula o nel corridoio antistante la porta d’ingresso, ma poi alzi lo sguardo e ne vedi qualcuno al piano di sopra a parlare con i ragazzi delle altre classi..e così via, le regole non le rispettano e non ne vogliono sapere. Se poi a qualcuno fai una nota sul diario, puoi star tranquillo che quel diario verrà dimenticato a casa a oltranza o strappato (dice) da qualche fratellino vandalo..insomma, è tutto un darsela ad intendere. Sono pochi alunni quelli studiosi, tranquilli e leali, tutto il resto è un “normale adolescente” ovvero troppo foruncoloso, che ride troppo, che piange troppo, che parla troppo o che sta troppo zitto..insomma..è troppo di tutto. Diventerà “umano” quando l’adolescenza passerà e lui sarà fuori dalla scuola media, che è appunto la scuola dove io insegno. . Comunque sia, allora ogni tanto ci vuole la sfuriata e dopo quella, per un po’ il vento sarà giusto e rimetterà in rotta la nave. A parte questo c’è da dire che l’incazzatura solenne l’arrabbiatura non è cosa da poco perché in pochi attimi porta la pressione sanguigna del prof minimo a 220, il ritmo cardiaco a 150, i bulbi oculari rischiano di uscire dalle orbite e l’embolo, che di certo è partito, è una mina vagante dentro di te. La cosa comica è che io in quei momenti non ho ancora ben capito e ho ancora il dubbio se rischio la vita o se invece mi fa bene alla circolazione perché mi si stasano le arterie.. Un po’ come quando si guidavano le macchine di una volta, che le candelette si impiombavano e allora si tiravano le marce finché i pistoni non “uscivano dal cofano” e poi il motore tornava a funzionare alla perfezione. Mi ricordo le “sbraciate” con la 500, quando la spingevo ad andare a 80 in terza (che era come dire a tavoletta, perché di più non andava) …che forza! .. 
Beh, dai, facciamo i seri, davvero non ho capito se la mia salute ne risente o no, ma so che quando andrò in pensione, da una parte tutto questo mi mancherà. O forse no…chissà… 
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...