Per qualche partita

Ragazzi, per vedere il calcio in tv quest’anno ci vuole come minimo la laurea in ingegneria informatica. Non che me ne freghi qualcosa, sia inteso, a me il calcio nemmeno mi piace, ma che fai, non l’aiuti il maritino antitecnologico che vuole guardarsi tutte le partite? L’Inter in primis?

Fino allo scorso anno pagavi Sky e bene o male eri a posto, invece quest’anno la visione delle partite è sbrindellata (lo dite sbrindellata dalle parti vostre? ) su non so più in quanti canali. Alcune competizioni vengono trasmesse ancora da Sky, ma sono poche, altre le trovi su Prime (se sei bravo a rintracciarle), altre ancora, fluttuano su canali digitali che non sono sempre gli stessi perché stanno riorganizzando le frequenze e hai la probabilità di trovarle come chi cerca l’isola di Sant’Elena in mezzo all’oceano Pacifico senza avere a disposizione nemmeno una bussola. Ma di Dazn ne vogliamo parlare?

Ricordo che ero al mare a San Vincenzo e mi arrivò una notifica che se volevo usufruire degli sconti avrei dovuto cacciare 20 euro prima che arrivasse la mezzanotte perché dal giorno dopo avrei dovuto spendere 10 euro in più al mese. Io ci pensai un po’ e ne parlai con il marito che cominciò con la solita tiritera che suona sempre più o meno in questo modo: “Oh.. ma sono in pensione e l’inverno è lungo, se non guardo le partite che faccio tutto il giorno? Potrei anche farne a meno ma poi so che mi ammalerò di depressione…” …detto fatto dopo 5 minuti avevo già spedito i 20 euri a Dazn con tanto di saluti e baci. Ma questa fu l’inizio di una odissea.

Dazn all’inizio non funzionava praticamente mai e il minimo che poteva succedere è che dimenticasse le credenziali di accesso e te le facesse riscrivere con quel metodo assurdo che si usa per scrivere in certe smart tv: su su su… D…giù giù..sinistra… su… A.. e così via per 40 minuti che servono per scrivere una trentina di caratteri.

Ok, ma questo post sta diventando troppo lungo e so che voi vi rompete a leggere le mie menate mentali.. ok.. tagliamo corto e veniamo a domenica scorsa.

Sento mio marito che mi chiama  a riscrivere  le credenziali di accesso perché Dazn per l’ennesima volta se le è perse. Io mi sono fatta il segno della croce e sono andata in missione come si va da pellegrini sulla via francigena a mendicare pace e fratellanza, ma a questo giro Dazn era messo proprio male, diciamo che era indiavolato e non voleva riconoscermi in nessun modo. Allora ho chiamato in soccorso alla smart tv il mio cellulare e anche il pc fisso e il tablet, ma niente da fare. Dopo un’ora tra preghiere e smadonnamenti ero ancora lì a cercare di rintracciare l’assistenza (che non esiste!) ..se siete bravi e devoti a Santa Licia (che non esiste nemmeno lei, ma ho il dubbio che da ora in poi sarò io) scoprirete che esiste solo una chat semi.robotizzata (o lobotizzata, non so). 

Il colloquio alla chat ve lo risparmio, ma vi dico subito che ho avuto il dubbio di essere capitata in uno di quei siti di phishing (o come si chiama) in cui ti ciucciano i soldi appena rifiati.  Il semi-robot che interloquiva con me non faceva altro che chiedermi il numero della mia carta di credito 😦 ..e testualmente mi arrivava scritto sullo schermo: “ La prego, mi dia il numero della sua carta di credito,  le credenziali per eventuali sconti di cui ha usufruito, la data in cui ha stipulato il contratto con noi e la data dell’ultimo pagamento, perché LEI NON RISULTA TRA I NOSTRI ABBONATI!”

“E che diamine…”, ho pensato, “ma in che mani sono finita?”

Per inciso il mio maritino era tornato a vedere una trasmissione sportiva alla tv di salotto perché si era rotto le scatole di sentirmi lagnare col pc. Allora mi son detta che dopo quarant’anni di matrimonio era giunto il momento di divorziare e chiedere le spese per disagio psicologico procuratomi, ma poi, pensando che nel terzo millennio non posso essere più scema di un semi-robot che mi prende in giro in una chat demenziale e così ho ceduto e ho cercato di scrivere (sudando dall’ansia) tutto quello che mi era stato chiesto. A quel punto, magia delle magie, mi è stato detto che un hacker mi aveva hackerato il mio abbonamento di Dazn.

“Ma dai.. possibile?” e il semi-robot (di nome Maria Elena) mi ha risposto: “Certo che è possibile e nemmeno può farci niente, quando un hacker entra nel suo sistema, nessuno può fermarlo”.

Ecco qua, il mistero di Dazn che non funzionava sembra risolto e  la storia per il momento è finita. A quanto pare anche nei piccoli borghi medievali toscani siamo arrivati a questi punti che gli hacker entrano nelle nostre case e si impossessano delle nostre cose più o meno come i ladruncoli che s’infiltrano nelle nostre cantine ci rubano i prosciutti e il fiasco di vino buono.

Da qui in avanti lo so.. e dico la verità, non mi piace nemmeno un po’.

Dal dott. House

Stamani sono tornata dal dott. House, cioè dal mio medico di base per fare un po’ il punto sulla mia salute, cosa che non faccio più da tempo immemore. Il dott. House non è vecchio, diciamo che è di mezza età, è un mio amico che veniva alle medie con me ma questo non mi privilegia in nessun modo se non dal fatto che ci diamo del tu.

Come medico purtroppo il dott. House ha perso l’entusiasmo per la sua professione e di questo se ne sono accorti tutti, tant’è che l’anticamera del suo ambulatorio è sempre vuota, ma a parte questo, ieri, quando l’ho chiamato per un appuntamento mi ha detto che non aveva posti liberi se non tra una settimana, ma siccome io lo so come va il mondo, stamani mi sono presentata lì ed era tutto vuoto e lui lì solo, con la porta aperta e ci sono andata lo stesso.

Beh, a dirla tutta il mio medico è un dottore di cui è meglio non aver mai bisogno perché se lo cerchi spesso non lo trovi e allora passi mezza giornata a cercare il numero della supplente di turno e in quei momenti maledici la tua pigrizia di non aver cambiato medico da tempo.

Stamani volevo parlargli della mia pressione “ballerina”, che va su e giù senza un apparente motivo. A volte me la provo ed è a 150, altre volte a 110.. e me la provo sempre alle stesse ore. A lui ho detto testualmente: ” Sai, mi succede una cosa strana, se mi provo la pressione e la macchinetta segna 140, poi aspetto 5 minuti e me la riprovo vedo che è a 120, se aspetto altri 5 minuti alla fine la mia pressione rilevata è di 100, ma in tal caso qual è la giusta misurazione? ..la media?” e lui mi ha guardato e mi ha sorriso dicendo: ” Seee…me lo fa anche a me! La sera, alla prima misurazione ho la pressione a 190 e poi piano piano scende.. tu prendi la misurazione più bassa, è quella che va bene”

Ora io mi domando e dico, a parte questo benedetto vizio che lui ha di accumunarsi ai mali dei pazienti, qualsiasi malattia essi abbiano, nemmeno fosse l’amico del bar con cui chiacchieri alla buona e ti dice: “…ce l’ho anch’io questo disturbo…” anche se hai una malattia rarissima, io mi chiedo per quale assurda legge della biologia..della fisica.. della patologia clinica.. o altra scienza infusa e confusa, io dovrei scartare le misurazioni più alte per prendere quella più bassa e basta?

Comunque sia io ho provato a chiedergli il perché ma lui mi ha risposto con un sorriso di compiacenza dicendo: “Non lo so, ma è così” e mi ha accompagnato velocemente alla porta del suo studio affinché lo liberassi della mia presenza ingombrante e molesta.

Ora, dico io, .. io non ho voluto ricordare al dott. House che un paio di anni fa lui ha avuto un infarto, non ho certo voluto infierire, ma sarà mica che il suo metodo di misurarsi la pressione che è sbagliato?

Ma secondo voi c’è da fidarsi?

c’est la vie

Ricordate questo post dove vi parlavo del nido della cicogna e di quello del falco pellegrino sul Pirellone? Ebbene io guardo le webcam con costanza e devo dire che mi ci sono davvero affezionata a quei piccoli.

Eccoli qua. ve li mostro:

comincia a far caldo e i pulcini vogliono respirare 🙂

Ecco che la mamma li libera ma li tiene d’occhio

Ben 5 esserini che vengono educati da genitori attenti a premurosi

Anche con i tre falchetti in cima al Pirellone di Milano siamo messi più che bene, mamma falco porta loro del cibo in quantità industriale e li tiene in riga ad aspettare di essere nutriti, senza prevaricazioni e schiamazzi. Ognuno rispetta il proprio turno e dimostrano già di saper vivere in gruppo facendosi forza a vicenda durante le notti freddine della metropoli milanese.

A parte tutto questo bel quadretto che ci offre Madre natura, io mi chiedo: come mai se i pulcini della cicogna sanno già che la cacca va fatta fuori dal nido rispettando l’ambiente in cui vivono e i piccolini del falco sanno che devono lasciare che anche il più piccolino dei tre mangi e non gli saltano addosso per accaparrarsi tutto il cibo quindi conoscono il rispetto reciproco, mi chiedo… come mai i cuccioli degli umani rilasciano dichiarazioni in cui dicono al mondo che degli anziani (ovvero dei loro genitori/nonni) non gliene può fregá di meno e che “muorissero” che loro allo spritz non ci vogliono rinunciare. Un genitore o un nonno vale meno di uno spritz? Che cosa c’è di sbagliato nell’evoluzione della nostra specie?

[la foto è presa da questo video: qui]

…e non dico altro, meglio continuare a guardare cicogne e falchi pellegrini ❤

[vi ricordo i link delle webcam:

https://www.sarralbe.fr/Webcam.html

https://mediaportal.regione.lombardia.it/portal/watch/live/17

Buon pomeriggio a tutti… e guardatevi le spalle dai nipoti, se ne avete 😉

Oggi, …calzini spaiati

In quest’anno segnato dalla pandemia l’iniziativa ha un valore in più: quello di farci sentire meno esclusi e disorientati: un antidoto all’isolamento, per non sentirsi proprio come un calzino che abbia perso il compagno. In Italia, l’iniziativa con lo scopo di sensibilizzare sull’autismo e su altre diversità è nata dai bambini della scuola elementare di Terzo di Aquileia, in provincia di Udine, promossa dalla maestra Sabrina Flapp. L’idea dei bambini era dimostrare con un gesto che le piccole o grandi differenze non cambiano la sostanza delle cose: due calzini diversi sono sempre e comunque calzini e perfettamente in grado di assolvere la loro funzione, aggiungendovi un tocco di fantasia.

Da quella prima volta a Terzo, l’iniziativa si replica ogni primo venerdì di febbraio. Partecipare è semplicissimo: basta indossare (per una volta, deliberatamente e senza sentirsi inadeguati) due calzini uno diverso dall’altro, e trascorrere così tutta la giornata. Tutti possono aderire, non solo i bambini: gli insegnanti, i genitori, i nonni.

L’evento è arrivato all’ottava edizione sui social network, dopo l’approdo su Facebook nel 2014, quando la pagina dedicata fu sommersa di foto coloratissime di nonni, genitori, maestri, neonati e cagnolini tutti con i loro calzini scompagnati: qui l’evento 2021. Anche stavolta chi vuole si può scattare una foto e condividerla sul proprio profilo Facebook, Twitter,blog o Instagram con l’hashtag #calzinispaiati2021. Tra i tag #autismo #Paroleperdirlo.

I miei calzini di oggi sono apparentemente uguali ma nella parte nascosta uno è chiaro e l’altro è scuro. Cioè sono uguali ma diversi, insomma, sono scompagnati, ma fanno caldo allo stesso modo e questo è l’importante.

#autismo

#Paroleperdirlo

#calzinispaiati2021

[foto mia,articolo preso da qui: https://www.repubblica.it/cronaca/2021/02/05/news/giornata_calzini_spaiati_2021_diversita_autismo-286101347/]

Dedicato alla mia pazienza

La mia pazienza è poca!

La mia pazienza è abbastanza!

La mia pazienza è tanta!

La mia pazienza è enorme!

La mia pazienza è esagerata!

La mia pazienza è infinita!

Ecco, sì, la mia pazienza è davvero infinita e credo se ne siano accorti tutti quelli che mi conoscono. Tanti la considerano una virtù, per me è un gran problema.

Vorrei un giorno poter dire come Mafalda:

non tutte le ciambelle riescono col buco!

    Vi avevo detto che avrei raccontato la mia avventura alle prese con il lievito madre e lo faccio, ma sicuramente sarebbe meglio stessi zitta. La storia cominciò a marzo, in piena pandemia, tutti compravano farina e si  cimentavano  a far dolci, pani e pizze come fossero provetti fornai. Che vuoi, il tempo era tanto e in qualche modo andava impiegato e allora, che c’è di meglio che dedicarsi a fare manicaretti da gustare con la famiglia e , perché no, da fotografare e mettere su internet? Dico la verità, io il pane e soprattutto la pizza li ho sempre fatti con il lievito di birra liofilizzato Mastro Fornaio Paneangeli e mi sono sempre venuti proprio bene, ma la curiosità era troppa quindi mi feci trascinare nell’avventura del lievito madre.

  Partii armata di buona volontà e mi misi d’impegno per creare il mio lievito madre: feci un panetto di acqua e farina nelle giuste dosi e seguii tutte le istruzioni alla lettera ma tutto quello che ottenni fu un impasto colloso, appiccicosissimo che nonostante le cure quotidiane, dopo una settimanetta buttai via perché non si era formata nemmeno una benedettissima bollicina d’aria. Allora mi feci dare da un’amica circa un etto di lievito madre già pronto e con quello andò decisamente meglio, ma le cure che gli dovevo dedicare erano in misura simile a quelle che si destinano ad un neonato appena nato. Il lievito andava tenuto al caldo, ma non troppo caldo altrimenti diventava rancido e nemmeno al freddo altrimenti non lievitava.

  Il lievito aveva bisogno d’aria perché l’ossigeno gli serviva, ma non voleva le correnti..in frigo sì, ma nell’ultimo ripiano e in un vasetto di vetro, tappato, ma non troppo. Ogni 4 o 5 giorni andava “rinfrescato” ossia impastato con pari quantità di farina (e anche sul tipo di farina si potrebbe scrivere un’enciclopedia, perché servivano farine con più proteine..tipo manitoba, mescolate ad altre) e metà peso di acqua. Insomma, tutto un rituale che guai a tralasciare qualche passaggio. Una puntina di miele..una puntina di sale.. acqua senza calcare please…recipiente grandino ma non troppo… elasticino per valutare i raddoppi. Non vi dico che caos in cucina tra bilance, cucchiai, farine spolverate qua e là.. Intanto il panetto lievitato, ogni volta  aggiungendo farina, aumentava moltiplicava il suo volume e così ogni 5 o 6 giorni, dolci,  pizze, panini…ma anche piadine e grissini con quel lievito che avresti dovuto buttare via perché era troppo. Morale della storia, il forno sempre acceso, le mani sempre in pasta e la bocca sempre aperta e pronta a mangiare di tutto di più (che poi con tutti questi carboidrati si diventa ippopotami grassi).

panini al sesamo
[panini al sesamo]
bomboloni
[bomboloni]

   Alla fine ho un po’ allentato cucinando di meno e a quel punto il pane e la pasta della pizza hanno preso un leggero sapore acidulo che ai miei familiari non piaceva più e così in casa mi hanno detto: “ Senti, non prendertela, ma perché non torni al buon caro Mastro Fornaio Paneangeli che era così buono?”.

   Alla fine mi sono arresa e ho messo la bandiera bianca ben alta sul mio piano cottura.. fine del lievito madre, che liberazione!  …diceva il proverbio: “non tutte le ciambelle riescono col buco!” pauroso