
Ebbene, per mesi e mesi abbiamo additato il 2020 come fonte inesauribile dei nostri guai. Abbiamo detto di tutto e lo abbiamo denominato con i peggiori epiteti: anno maledetto, annus horribilis, anno funesto bisestile, anno malaugurato e sciagurato… e chi più ne ha più ne metta. Abbiamo contato i mesi che ci separavano dalla sua fine, poi le settimane, poi i giorni, fino a contare i minuti e i secondi.. come se l’avvento del 2021 segnasse il momento della rinascita e della liberazione.
Io, confesso che sono un po’ superstiziosa e sono stata la prima a scuotere il capo dopo ogni sciagura che mi è capitata negli ultimi 365 giorni (e devo dire che peggio non poteva andare!) e ho mormorato tra me e me: “Lo sapevo, …me l’immaginavo che sarebbe successa anche questa disgrazia in questo anno di m…a!”. Ormai mi ero rassegnata e mi sono sentita impotente e pessimista verso questo destino infausto.
Ci pensate? Senza fiatare, quando non c’è andata peggio, abbiamo vissuto i lockdown, le zone colorate dal rosso al giallo, le ammonizioni continue, la solitudine e i silenzi. Intanto il contatore dei decessi e dei contagi segnava il tempo inesorabilmente, in modo inversamente proporzionale nel frattempo il nostro indicatore di ottimismo scendeva sotto ai tacchi. Abbiamo passato il Natale davanti ad una tavola semideserta e silenziosa…e poi un ultimo dell’anno che davvero è da dimenticare…
Oggi è Capodanno e ci si deve segnare sul calendario che a regola dovrebbe essere l’inizio della rinascita…
Si, … ma ora che si fa?
