il tartacibo

tartacibo

Le mie amiche tartarughe sono a nanna da tempo nel loro rifugio in giardino. Qualcuna ha preferito scavarsi la buca sotto alle foglie, altre si sono rifugiate sotto ad un barbecue al riparo dalle intemperie, ma sempre interrate che anche se si cercano non si possono vedere. Fino a primavera non ci sarà traccia di loro ma poi, quando usciranno, saranno davvero affamate, al punto di essere voraci. Ci vorrà insalata, frutta, erba di campo tra cui malva, trifoglio, tarassaco e così via… il tarta-cibo, insomma. Fatto sta che mi sono messa a fare una ricerca su internet e mi sono fatta arrivare a casa (evviva Amazon!) una bustina di sementi ad hoc, così potranno anche sfamarsi da sole se vorranno. Ritaglierò un pezzetto di terreno in giardino e tra poco seminerò il tartacibo e poi vedremo 🙂 Conoscendo quanto sono pigre la vedo dura, ma ci provo 🙂

Chi tutela chi?

Oggi sono stata a camminare in campagna, su per la collina ed ho incontrato un anziano contadino con cui mi sono messa a chiacchierare. I contadini toscani di una certa età sono tutti simili tra loro: magri, ossuti,  indossano sempre  qualche camicia a quadri colorati e un cappellino a coprire i pochi capelli rimasti in testa. Essere contadini vuol dire non conoscere fatica, alzarsi alle 5 di mattina e sgobbare tutto il giorno senza tregua. Fino a qualche anno fa i prodotti agricoli delle colline toscane erano abbondanti e di pregio: olio di frantoio e vino del Chianti, ma anche frumento, orzo, granturco, girasoli e mille altre cose tutte altrettanto utili e gustose per la nostra alimentazione oltre che benefiche per la salute di tutti.

Da qualche anno il clima però è cambiato e le coltivazioni spesso vengono rovinate dagli acquazzoni improvvisi e dalle forti raffiche di vento che si abbattono senza pietà travolgendo tutto quello che si trova sul loro percorso.  Il contadino scuoteva la testa mestamente mentre guardava i suoi campi con lo stesso sguardo affettuoso  che ha una madre mentre guarda il proprio figlio in difficoltà.

Poi però la nostra conversazione è  continuata: “Te non sai però chi fa danno più di tutti!”,  mi ha detto l’uomo di campagna fissandomi negli occhi. E io ho risposto:

“Non saprei, chi?”

“ I danni maggiori li fanno gli animali selvatici! I caprioli per primi, ma anche i cinghiali e poi le talpe, gli istrici, i daini, …pure gli scoiattoli! I caprioli schiccolano tutta l’uva e se la mangiano, ma mangiano anche le olive e strappano tutti i rami più giovani agli alberi.  Invece cinghiali rovesciano anche il terreno e dove passano loro sembra sia terra arata, sono molto feroci. Le talpe poi scavano sotto terra e addio patate, carote, cipolle… Gli scoiattoli si arrampicano sugli alberi da frutto e si servono mangiando tutto quello che trovano…. “ e poi ha aggiunto sorridendo: “ Pensa, c’è uno scoiattolo che mangia i frutti e sputa i noccioli sulla mia testa! Lo fa apposta!” E ci ha riso.  Una devastazione, insomma. La terra coltivata è sempre più rara e i cacciatori non ci sono più e così gli animali, indisturbati,  fanno man bassa di tutto quello che trovano.

A dirla tutta, i caprioli, in Toscana, fino a qualche anno fa, nemmeno c’erano, qualcuno ce li ha portati, come hanno portato i pesci siluro in Arno, che hanno sterminato le altre razze di pesci.. ma poi, aggiungo io, per inciso, chi avrà mai portato anche le zanzare tigri? 

Ma torniamo a noi…

“Ormai sono vecchio e il mondo è diventato così. ma a volte penso ai miei genitori, di certo se tornassero in vita non ci crederebbero che ci siamo ridotti in questo modo…” e con questa amara constatazione, si è allontanato gobbo gobbo, salutandomi agitando la mano su una spalla. 

Mi sono fermata lì guardando la  campagna per un po’, ed è stato allora che l’ho visto: un Bamby, , tranquillo e beato a pascolare  in mezzo ai filari dell’uva a pochi passi da me… che birbante!

“Strano mondo…”, mi son detta… sì, strano mondo per davvero.

Chi tutela chi…? Chi tutela il contadino e la sua vigna? E chi tutela il Bamby, i cinghiali, l’istrice, la talpa e tutto il resto della ciurma?…

Così va il mondo

Ricordate le cicogne di Sarralbe? Nella scorsa primavera seguii costantemente la webcam puntata su quel nido in cui Maurice e Melodie, ovvero babbo e mamma cicogna, crebbero i loro 5 piccoli. Ve ne parlai varie volte e alla fine anche alcuni di voi cominciarono ad appassionarsi come me.

Ad ognuno dei pulcini poi, è stato dato un nome e a 4 di loro anche un geo-localizzatore che permette agli ornitologi di studiare le abitudini di questi uccelli migratori.

Il più piccolo cicognello passò dei brutti momenti perché la covata era troppo numerosa e meno male che i fratelli e le sorelle lo aiutarono, altrimenti non ce l’avrebbe fatta. Una sorella, in particolare, Mirabelle, lo tenne sempre sotto l’ala scaldandolo e tenendolo protetto.

Una sorellina amorevole, inseparabile, tanto calda, che in quelle giornate piovose e fredde di inizio primavera si dimostrò così provvidenziale che la piccolina sopravvisse e lei così si meritò dai francesi l’appellativo Bouillotte, ossia, “borsa dell’acqua calda” ed ebbe l’affetto di tutti gli umani che la seguivano al grande fratello cicognesco.

Nel frattempo che i 5 piccolini crescevano al nord (e ci sono voluti circa 3 mesi), al sud, in un parco della Sicilia, posizionarono un’altra webcam, stavolta per osservare una famiglia di grifoni, la cui femmina aveva deposto le uova in cima ad una montagna nel parco nazionale delle Nebrodi. Una meraviglia vedere il pulcino di grifone amorevolmente curato dai genitori ogni giorno, senza mai lasciarlo solo.

piccolo grifone nel nido – Parco delle Nebrodi (Sicilia)

Ogni tanto, chi come me, osservava i piccoli, si preoccupava che tutto andasse bene e sperava che i genitori sfamassero e curassero i rispettivi figli, senza mai far loro mancare niente.

E fu così che piano piano Mirabelle divenne una splendida cicogna adulta

Mirabelle – Bouillotte

E il grifone crebbe e divenne magnifico!

il grifone

Poi Mirabelle partì per la migrazione e volò via dirigendosi a sud..e poi si fermò in un bosco della Spagna e per qualche giorno il geo-localizzatore indicava stranamente una posizione fissa. La cosa apparve alquanto sospetta e gli studiosi si mossero per cercare di capire cosa fosse successo, ma poi la ritrovarono… ovvero, ritrovarono i poveri resti di Mirabelle dopo che lei era stata preda di un grifone, o comunque di un grosso rapace.

Chi avrebbe mai pensato che un grifone come quello tanto ammirato sarebbe diventato il carnefice di un animale così tanto amato? Eppure è banale che i rapaci si nutrono di carne, come è banale che le cicogne mangiano anche rane…e così via.

Ora, nel gruppo facebook formato da chi segue le cicogne, c’è una grande discussione perché è bello seguire per mesi i piccoli che crescono, ma poi non si vuole sapere che fine fanno. Dicono che è meglio non sapere niente. E allora chiedono che non si posizionino più i geo-localizzatori sul dorso dei volatili, ma gli ornitologi a tutto questo rispondono che così va il mondo e bisogna farsene una ragione.

Già, così va il mondo e bisogna farsene una ragione… “mors tua vita mea

ciao a presto

Per quest’anno credo che questo sarà l’ultimo post in vi racconto delle cicogne, in particolare quelle di Serralbe di cui ho parlato spesso e che abbiamo visto più volte in foto e in webcam durante il periodo della covata.

Non mi dilungherò anche se ci sarebbe una storia bellissima da raccontare. Vi dico solo che i 5 cicognelli ce l’hanno fatta, anche con l’aiuto degli ornitologi, dei veterinari e dei vigili del fuoco.. e di tanti altri appassionati, che si sono prodigati affinché tutto andasse a lieto fine. I pulcini sono diventati splendidi esemplari di ciconia ciconia e stanno cominciando il lungo viaggio che li porterà fino in Africa. Quattro esemplari su 5 hanno dei localizzatori GPS e possono essere seguiti nel loro percorso migratorio. L’ultimo, Chanel, il piccolino (che non si sa come abbia fatto a sopravvivere) non ha il localizzatore perché ne erano previsti solo 4.

Con l’app animal tracker tutti possono vedere il loro cammino e io credo che lo farò.

E così finisce qui, (per quest’anno) dopo circa 8 mesi, la storia della famiglia cicogna di Melodi e Maurice.

L’ultima immagine che vi mostro è di qualche giorno fa. Nella foto del nido, Chanel e il fratello Thomas si apprestano a passare la notte… forse l’ultima insieme, prima del viaggio. Ecco a voi “cuore di cicogna” ❤

Chanel e Thomas in cuore di cicogna

Grazie Madre Natura di donarci queste stupende emozioni.

Buon fine settimana a tutti 🙂

La storia di Malena

Qual è la più grande storia romantica del mondo? Se siete ancora tra quelli che a questa domanda rispondono con «Giulietta e Romeo», siete su una strada sbagliata. Questa che sto per raccontarvi può essere considerata la più straordinaria storia romantica dei giorni nostri. Un amore senza confini. I protagonisti sono due cicogne: lui, il maschio, l’hanno chiamato Klepetan e lei, la sua compagna,  è Malena («piccola»), una cicogna femmina che, a causa di una vecchia ferita all’ala, ha smesso da anni di affrontare lunghe traversate e sta ferma nel nido, in eterna attesa che lui torni.

È una storia d’amore e fedeltà in tempi caratterizzati, tra gli esseri umani, da amori spesso rapidi e volubili.

In principio fu una fucilata. Il ferimento di Malena avviene nella primavera del 1993: nelle campagne che circondano Slavonski Brod, una città di 60 mila abitanti in Croazia. Un cacciatore mira ad una femmina di cicogna e la ferisce ad un’ala. Da allora Malena viene presa in cura da un bidello in pensione trasformatosi in biologo-badante, Stjepan Vokic, che riuscirà a salvarle la vita ma non a restituirle la possibilità di tornare a compiere grandi voli. La ferita all’ala, infatti, le impedirà di tornare a volare per le lunghe peregrinazioni tipiche della loro specie. Qualche piccola escursione, sì, ma poi il rientro nel proprio nido, destinato a diventare la sua casa definitiva.

Poi, diciannove anni fa Malena incontra Klepetan ed è subito amore. Lui arriva in Croazia reduce da un lunghissimo volo che l’ha portato dal Sudafrica (habitat preferito per lo svernamento) prima a sorvolare la valle del Nilo, poi lo Stretto del Bosforo e infine la Croazia, la regione preferita degli accoppiamenti suoi e di tanti altri maschi di cicogne. Tredicimila chilometri di distanza ricoperti da un uccello migratore possono sembrare una distanza infinita, ma per gli zoologi non è così: il percorso compiuto in un anno dalla Cicogna bianca (Ciconia ciconia) può arrivare a 20 mila km.

Klepetan e Malena si accoppiano e lei depone quattro uova. I genitori covano entrambi la nidiata per circa 33 giorni. Poi, in questa moderna famiglia con i doveri condivisi, tocca al padre insegnare ai piccoli a volare. La cura del dinamico Klepetan e della stanziale Malena sarà estesa fino ai giorni in cui i piccoli possono nutrirsi da soli, scovando minuscole prede nelle zone acquitrinose vicine al nido (prediletti sono lombrichi e lucertole).

Poi i giovanotti prendono la loro strada, chi scegliendo di seguire le orme del padre, chi di diventare libero in Europa. Klepetan saluta alla sua maniera (battendo il becco, come fa questa specie) la compagna Malena prima di ripartire dalla regione degli amori verso il suo habitat di svernamento, il Sudafrica.

L’amata Malena resterà ad attendere, speranzosa, l’arrivo della primavera e del suo fugace compagno di una stagione.

Lei non lo sa, ma gli etologi indicano che la fedeltà tra le cicogne può essere monogama per una sola stagione; dopo la migrazione, si cambia pagina e partner. Invece stavolta è amore vero. Il miracolo dell’arrivo di Klepetan presso la paziente Malena si ripropone, puntuale a ogni inizio di ogni primavera, per tutti gli anni successivi.

Poi, siamo nel mese di marzo 2010. Una piccola folla si raduna da qualche giorno sotto la casa di Malena. Il badante Vokic ha deciso di rendere nota la vicenda delle due cicogne, fino ad allora di sua esclusiva conoscenza, e sono in molti a voler assistere all’ottavo ritorno di Klepetan dalla sua amata. Il gruppetto scruta il cielo già da una settimana, ma a vuoto. «Vedrai che quest’anno non arriva», si comincia a vociferare. «In genere, Klepetan è puntuale, ma nell’ultima settimana ci sono stati furiosi temporali e le cicogne sono uccelli meteoropatici», fa notare un ornitologo. «Non a caso tarda ad arrivare Klepetan, ma anche le altre cicogne».

Malena se ne sta lì: batte il becco in un richiamo lungo. In un’attesa piena di sofferenza. Anche l’equinozio di primavera, il 21 marzo, è passato a vuoto nonostante l’atmosfera sia già colma dei profumi degli alberi fioriti. Il 24 marzo, quando lo scetticismo va ormai impadronendosi dei presenti, ecco l’urlo di Stjepan: «Eccolo! Sì: è Klepetan!». Il profilo del maschio di cicogna, innamorato, stremato dai 13 mila chilometri ma felice per il ritorno a casa, si fa sempre più distinto. Anche lei, Malena, che manifestava segni d’impazienza, si solleva dal nido di sterpi e scruta l’orizzonte. Vorrebbe alzarsi in volo, ma l’istinto le consiglia d’aspettare lì, nel caldo del suo nido, destinata a diventare di nuovo alcova d’amore. E così la favola si rinnova.

Dal lontano 2002 la coppia ha dato vita a ben 66 piccole cicogne. Il loro primo romanticismo occasionale è durato moltissimo nel tempo ed è diventato vero amore e non solo un’avventura estiva

Ed eccoci arrivati ad inizio luglio 2021. ′′ Ho notato che non stava bene il 9 giugno. Era proprio quando è iniziata la canicola. Voleva prendersi cura di Klepetan, ma non poteva. È caduta e l’ho portata dentro. Non voleva mangiare o bere acqua. È stato come se volesse porre fine ai suoi giorni perché cadere è un’umiliazione per le cicogne” ha detto Stjepan Vokic , poi ha aggiunto: ” e per 11 giorni non si è voluta più nutrire e così è morta serenamente, chiudendo gli occhi mentre era rannicchiata in grembo a me”. termina così una storia d’amore durata una ventina di anni.

Il romanticismo di Klepetan e Malena è stato seguito in tutto il mondo e molti croati hanno pianto quando è scoppiata la notizia.

Naturalmente nessuno ha sofferto più di Klepetan.

“Viene ogni sera. Gli dico: ′′ Se n’è andata, Klepo “. L’ho sepolta nel suo posto preferito”. ha detto Vokic . Poi ha aggiunto che avrebbe aspettato Klepetan e l’avrebbe accolto a casa se avesse deciso di tornare il prossimo anno.

Ora i 66 figli di Malena e Klepetan aumentano il numero di cicogne in Croazia e sarà bello perché l’amore ha trionfato.

Bello vero? Quest’anno le storie delle cicogne mi hanno conquistata completamente.

Malena e Klepetan

[risorse reperite in rete qui, qui e qui]

Maurice e Mélodie

I pulcini di cicogna nel nido francese ormai sono grandi e siamo prossimi ai 70 giorni di svezzamento (se così si può dire), per cui presto prenderanno il volo. Uno si è già involato e altri 4 sono rimasti nel nido. La madre si vede sempre meno, segno che vuole abituare i piccoli a cavarsela da soli e ad abbandonare il nido. Negli ultimi giorni, guardando la webcam mi è sembrato che piovesse (come si vede nelle due foto di sopra) quindi i piccoli sono sempre più sporchi e malmessi e questo mi fa preoccupare per la loro salute.

Ho scritto all’amico Alex (https://alexdebordeauxiv.wordpress.com/) che gentilmente si è documentato e ha dato risposta alle mie curiosità. Vi copio qui sotto il messaggio così potete sapere qualcosa in più anche voi, se vi interessa:

Il babbo cicogna si chiama Maurice e la mamma Mélodie. Una cucciola si chiama Lorraine, un altro cucciolo si chiama Chanel e un terzo : Thomas. Sabato, Lorraine ha fatto il suo primo volo ed è atterrata nella corte di un palazzo. Purtroppo lei non aveva abbastanza energia per ridecollare ed è stata portata dal veterinario.

Niente di grave, è soltanto che le mancava un po’ di peso circa 300 grammi. Lei raggiungerà presto i genitori dopo aver preso un po’ di peso. Di solito le giovane cicogne cominciano a volare bene quando hanno circa 70 giorni. Ma le giovane cicogne di Sarralbe che non hanno ancora raggiunto i 70 giorni, hanno già fretta di libertà e difficilmente resistono al richiamo della natura.

I cuccioli sono stati attrezzati con dei dispositivi GPS per poter seguire le loro migrazioni. Dove vanno le cicogne è un mistero. Talvolta le cicogne sono sedentarie e partono solo a Sud della regione, talvolta vanno in Spagna oppure in Africa, talvolta le cicogne di una stessa famiglia non prendono nemmeno le stesse strade per raggiungere la loro destinazione. I dispositivi gps dovrebbero risolvere l’enigma. In un primo tempo, solo gli allievi delle scuole della Mosella, che siano in Francia o in Germania, potranno seguire il viaggio delle cicogne in uno scopo pedagogico, poi la possibilità sarà estesa a tutti quelli che sono interessati (forse ci sarà anche un’app). Sono già cinque anni che il comune di Sarralbe segue la vita di coppia di Maurice e Mélodie.

Ecco qua, grazie infinite ad Alex e auguri di buon volo alle nostre cicogne.

Vi ricordo che la webcam è visibile a questo link:

https://www.sarralbe.fr/Webcam.html