Guardando a ponente

Questa foto l’ho scattata prima di cena, sì e no a 100 metri da casa mia. Quell’albero che vedete in primo piano, con i fiori rosa acceso, è un albero di Giuda. Perché si chiama così? Nella tradizione cristiana, il nome di questo albero è legato alla credenza medievale creata per spiegare la curiosa fioritura sulla corteccia  nuda che fa capolino ancor prima che le foglie appaiano sui rami. La leggenda narra che sotto questo albero Giuda diede il famigerato bacio del tradimento a Gesù. Poco dopo, travolto da un inconsolabile rimorso, l’apostolo vi si impiccò.

Al di là delle leggende, il nome di questa pianta potrebbe essere legato alla sua regione di provenienza, la Giudea, vale a dire l’attuale Palestina. Dunque, albero di Giudea e non di Giuda, come erroneamente si pensa. La storpiatura potrebbe essere frutto di un banale errore di trasposizione.

Ciò che rende speciale questo albero è certamente la sua lussureggiante fioritura che fa capolino prima sulla corteccia del tronco e poi sui rami. I fiori, infatti, spuntano sulla corteccia nuda ancora prima delle foglie e poi si infittiscono sui rami fino ad avvolgerli completamente. Quello nella foto non è ancora completamente fiorito, tra qualche giorno sarà spettacolare.

In quest’altra foto si intravede meglio un po’ del panorama che si delinea all’orizzonte: al centro il massiccio del Monte Pisano con la cima del Monte Serra, sulla sinistra la piana di Pisa, dove va a sfociare l’Arno e poi, più ancora a sinistra si potrebbe vedere luccicare il mare e qualche edificio più alto di Livorno. Sulla destra del Monte Pisano, si potrebbe vedere Lucca e poi le Alpi Apuane e ancora più in là la Versilia con Viareggio. In pratica quando ho scattato la foto ero esattamente rivolta ad ovest ed il Sole era sulla via del tramonto.

Belle, vero? Potessi metterle grandi le vedreste spettacolari.

Buona serata a tutti e speriamo che domani sarà un giorno migliore che ci faccia proseguire verso la fine di questo incubo che stiamo vivendo da tempo. Auguriamocelo.

Un Presidente dal volto umano

[Giuseppe Conte]

Oh, a me manca Conte, ve lo confesso.

Non voglio fare post politici sul blog, ma certe volte non riesco a star zitta. Tutti volevano un cambio di passo rispetto al Governo Conte e direi che il cambio di passo c’è stato: ora abbiamo un Presidente del Consiglio che non ama comunicare e che non dice niente anche quando ci sarebbe tanto da dire e se apre bocca rilasciando certe dichiarazioni, lascia di sale. Ora c’è la gente in piazza e avremmo bisogno, noi popolo italiano, di qualcuno dal volto umano, che ci rassicuri e ti faccia sentire la sua vicinanza sia a parole ma anche elargendo quei benedetti ristori tanto promessi e che non arrivano mai.

Invece lui che fa? Oltre a sparare a zero su Erdogan per il caso della seggiola, in un modo che anche un bimbetto dell’asilo sarebbe stato più diplomatico, ora spara anche sui salta-fila delle vaccinazioni, che poi è una delle operazioni che più facilmente risultano popolari.

Io non voglio certamente difendere chi si è accaparrato “ingiustamente” una dose di vaccino, ma non bisogna neanche dimenticare che chi si è vaccinato senza essere particolarmente a rischio ha potuto farlo perché gli è stato permesso: dalle confusioni e dai successivi aggiustamenti sugli usi di AstraZeneca, da indicazioni contraddittorie, come quelle del generale Figliuolo che a un certo punto ha detto, papale papale, di vaccinare il primo che passa dalla strada piuttosto che sprecare dosi, da inefficienze nei sistemi di prenotazione che ci sono stati in certe parti più e meno altrove, da cedimenti a pressioni lobbistiche che ci sono stati più in alcune Regioni che in altre.

Che un Presidente del Consiglio, su un punto su cui è in difficoltà (alzi la mano chi pensa che davvero, entro il 30 aprile, si arriverà a 500mila vaccinazioni al giorno) cerchi di cavarsela da un lato individuando il bersaglio più facile (un indefinito psicologo trentacinquenne) e indicandolo come capro espiatorio, dall’altro proponendosi un obiettivo non altissimo (vaccinare entro aprile tutti gli ultraottantenni e buona parte degli ultrasettantacinquenni) è anche umano. Ma è meno umano che uno che è stato presentato come colui che ci avrebbe salvato dagli incompetenti, invece di denunciare chiaro e tondo le responsabilità politiche, di dichiarare con franchezza le strozzature presenti nel sistema europeo di approvvigionamento delle fiale, di provare a proporre qualche iniziativa straordinaria per porre rimedio concretamente a queste problematiche, sia proprio lui il primo a ricorrere a mezzucci da politica di avanspettacolo questo davvero lascia quanto meno perplessi.