il ballottaggio

Le elezioni regionali in Toscana di fine settembre sono uno degli appuntamenti politici più attesi del 2020. Ci sono in ballo le sorti della regione, ma di certo il risultato avrà anche un peso su tutta la politica italiana. Il centrosinistra prova a difendere uno dei suoi fortini più resistenti, fin qui inespugnato. Il centrodestra cerca lo storico “ribaltone”.

Si voterà: domenica 20 e lunedì 21 settembre. L’eventuale secondo turno di ballottaggio si svolgerà il 4 e il 5 ottobre. Noi toscani siamo tra i pochi ad avere questo “privilegio”: la possibilità del ballottaggio.

Ma voi sapete da dove deriva questo termine “ballottaggio”? Se lo sapete evitate di leggere quel che segue, (che non impermalisco ) altrimenti fermatevi un attimo che vi racconto una curiosità storia e magari vi piacerà com’è piaciuta a me quando un professore fiorentino me l’ha narrata.

Tanto per cominciare, con il termine “ballotta” qui in toscana, anche al giorno d’oggi, si intende la “castagna lessata con la buccia”.

Detto questo vi mostro una piantina di Firenze:

[Firenze]

Ebbene sì, come vedete, siamo in prossimità della Cattedrale e del Campanile di Giotto, poco più sotto, potete vedere, cerchiata di rosso, la Torre della Castagna:

[torre della Castagna]

Eccola, si alza altissima, è una torre dalla piccola base quadrata di cui esistono riferimenti storici già intorno all’anno 1000: la “Torre della Castagna” è ancora oggi perfettamente conservata e in parte ancora utilizzata.

La sua vera rilevanza politica si ebbe nel 1282, quando i Priori delle Arti, che componevano la Signoria di Firenze, prima della realizzazione del Palazzo della Signoria la elessero come sede delle loro riunioni, anche per la sua riservatezza e inattaccabilità.
Può far riflettere, in tempi di poltrone e politicanti, il fatto che i Priori rimanessero in carica solo 2 mesi (erano pochi e rimanevano in carica due mesi! ) e che la maggior parte di quel tempo lo trascorressero rinchiusi nella torre dalla quale potevano uscire solo raramente e solo tutti insieme, allo scopo di evitare contatti con l’esterno e rischi di pressioni e minacce.

Arriviamo ora al significato del nome di “ballottaggio”.
Esso deriva dal fatto che, per esprimere il loro voto nelle occasioni in cui necessitava, i Priori riuniti usavano mettere in un sacchetto delle castagne. Proprio così, delle ballotte! Da cui ecco il “ballottaggio

Poi, col tempo le castagne furono sostituite da palline di colore diverso per esprimere voti differenti e poi da altri metodi fino alle nostre schede elettorali, ma la castagna rimane il primo strumento di votazione dei Priori.
Sulla destra del portone d’entrata è appesa una lapide in marmo che dice:
E chiamoronsi Priori delle Arti e stettono rinchiusi nella Torre della Castagna appresso alla Badia, acciò non temessero le minacce dei potenti”.

Secondo me ci andrebbe rinchiuso qualche politicante anche al giorno d’oggi, di certo non guasterebbe, anzi, io butterei anche via la chiave del portone

Ciao festa

Oggi avrebbe dovuto esserci la festa. L’unica grande festa del paese. Una rievocazione storica che si svolge ogni anno nella seconda domenica di settembre.

A quest’ora avremmo sentito il doppio delle campane ad annunciare l’arrivo delle delegazioni provenienti dai borghi storici della Toscana. Vernio, l’Isola d’Elba, Santa Croce, Vicopisano..e poi Pisa con i suoi sbandieratori e Firenze, con i suoi figuranti stupendi. I cavalieri a cavallo e le dame tutte imbellettate, senza un capello fuori posto. Tutti gli anni una commemorazione diversa dei tanti accadimenti storici del medioevo. In queste zone, tra pisani, fiorentini e lucchesi erano botte da orbi e poi venivano siglati atti di pace che erano veri e propri eventi storici di sommo rilievo. Oggi avremmo sentito i tamburini e l’echeggiare delle trombe.. avremmo visto le disfide del tiro con l’arco e passeggiando per le vie del borgo avremmo incontrato il notaio, le popolane a fare il mercato, gli armigeri con il podestà, e allo sventolio delle bandiere con i colori dei rioni, avremmo brindato, danzato, mangiato e salutato gli amici. Avremmo fatto un sacco di cose magnifiche…sì, le avremmo fatte tutte.. con lo stesso entusiasmo di ogni anno, da che mondo è mondo…

giardinaggio faticoso

Rieccomi a casa, in Toscana. Dopo qualche giorno di assenza il mio giardino aveva bisogno di cure, quindi ieri sera mi sono armata degli strumenti necessari e anche di santa pazienza e mi sono messa al lavoro. La siepe di gelsomino non aveva più un verso, ragion per cui mi è toccato prendere lo scaleo e arrampicarmi con le forbici da pota in mano per tagliare i rami più alti; poi, dove non arrivavo, ho preso il pappagallo… Sapete cos’è il pappagallo vero? Con questo termine non indico un simpatico uccelletto variopinto, ma un attrezzo manuale che si allunga a dismisura e che alla sua estremità ha una sorta di becco tagliente, che manovrato con una certa precisione incoscienza, permette di potare via gli arbusti più alti.

Insomma, ho fatto una sudata pazzesca anche se di sole ce n’era poco, ma l’aria era così ferma ed umida che sembrava di essere in una serra. Soffocante! Alla fine sono diventata un bocconcino prelibato per gli insetti e sono stata attaccata da uno sciame di zanzare tigri che mi hanno massacrato anche sotto ai vestiti. Al che sono corsa in casa e mi sono fiondata sotto alla doccia per trovare…anzi, ritrovare la vita.

Poi, naturalmente, sono tornata in giardino a raccattare tutti gli sfalci, li ho tagliuzzati e imbustati, pronti per la raccolta differenziata. Dopo ho innaffiato i vasi, ho potato via i fiori secchi all’ortensia e quelli li ho messi da parte per farli seccare. Schivando Cercando di schivare mosche, zanzare, vespe, lucertole e gechi ho spostato vasi e ho ripulito tutto…altra doccia e punto a alla fine basta, che non ne potevo proprio più….

Ragazzi, chi ha detto che è bello abitare in campagna? Stavo meglio a Milano in mezzo ai palazzoni!

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Milanitá 2

Seduta al tavolino di questo terrazzino di un palazzo milanese, inganno il tempo tra parole crociate e occhiate ai social. C’è un po’ di solicchio ma non c’è troppo caldo; a tratti arriva qualche folata d’aria più fresca proveniente da ovest e si respira meglio. Dai piani più bassi proviene profumo di sugo di pesce, penso sia odore di soffritto di aglio e prezzemolo e poi molluschi a gogò. Strano che alle 17:30 stiano preparando la cena. Evidentemente stanno passando il tempo in armonia, in famiglia, hanno messo un canale alla radio che trasmette canzonette e si sentono voci di bambini che giocano. Più in là, in strada, è un continuo susseguirsi di auto in transito… Che vita in questa città! È bello viverla così, da infiltrata, senza essere turista… mi sento un po’ milanese e mi piace. La gente è molto gentile quassù; in Toscana non esiste tutta questa accoglienza, siamo più rudi… o almeno, a me sembra così.

PS scusate se non contraccambio le visite, ma senza il mio PC , con il cellulare riesco solo a pubblicare qualcosa, appena tornerò a casa riprenderò il tempo perso. Buona domenica.

Milanitá

Guardo questi palazzi enormi con gli occhi della provincialotta proveniente da un minuscolo borgo medievale adagiato sulle colline toscane.

Cerco di capirne il senso. Non sono abituata a tutto questo e mi incuriosisce. Guardo i balconcini e le particolarità che li contraddistinguono, che li rendono riconoscibili l’uno dall’altro e mi rendo conto che mi atteggio come quando faccio “aguzzate la vista” sulla settimana enigmistica…

Non so se è meglio vivere qui oppure in un borgo che piano piano è diventato un dormitorio… con i negozi chiusi e tante case disabitate. Non so se è meglio vivere il questo caos o nel silenzio della campagna toscana dove oramai anche i passerotti tacciono. Non so tante cose e non sono in grado di fare confronti. Probabilmente ad ognuno piace di più l’ambiente dove è nato e vissuto. Ma sono incerta anche su questo.

Cammino, vado oltre e smetto di pensare, mi limito ad osservare.

Qualche giorno di Milanitá e poi torno ehhhh

Oibò…

Tutto il mega-negozio pieno di quei cartelli ad indicare gli sconti. Cartelli enormi per richiamare l’attenzione dei clienti. Lui, il padrone del grande magazzino di vestiario, è in tv tutte le sere per farsi la pubblicità e ci ipnotizza con i suoi discorsi, e così, qui in zona, corriamo tutti a fare acquisti. Tanta roba, insomma! Però il sig. Mangini la grammatica non la sa mica tanto, tant’è vero che tutte le volte piazza accenti e apostrofi a casaccio.

Beh, io stamani non ho resistito e da brava prof, quando nessuno mi vedeva, qualche cartellone l’ho corretto. Peccato non avessi la penna rossa a portata di mano, sarei stata più incisiva!

Mi chiedo com’è che ultimamente, a parte qualche “elle” al posto della “erre”, trovo meno errori nei cartelli dei negozi dei cinesi rispetto a quelli degli italiani.

e settembre sia!

Benvenuto Settembre con i tuoi colori ramati, con le tue temperature miti, con i sapori dell’uva matura, dei funghi e dei fichi. Benvenuto a te, mese delle feste paesane, dei primi piumini sul letto, delle passeggiate nei sentieri tra i boschi variopinti e alle tue piogge rigeneranti.

Buon mese a chi è appena tornato dalle ferie e si accinge a tornare al lavoro e buon mese ai giovani e agli insegnanti che tornano a scuola. Buon mese fortunato anche a chi sta per partorire, a chi soffre e a tutti gli altri. Buona fortuna anche a me, che ne ho bisogno.

Ci aspettano nuove sfide e probabilmente niente sarà semplice da affrontare. Io sono razionale ma sono anche un po’ fatalista e confido nella nostra buona stella, che sia di buon auspicio e ci indichi la via giusta da intraprendere. Un po’ce lo meritiamo, no?…

[l’immagine è presa dal web, le parole e gli auguri sono miei]