Narra Omero nell’Odissea, che Ulisse e i suoi uomini, portati fuori rotta da una tempesta, approdarono all’isola dei Lotofagi, nel nord dell’Africa. Alcuni dei suoi uomini, una volta sbarcati per esplorare l’isola, si lasciarono tentare dal frutto del loto, un frutto magico che fece loro dimenticare mogli, famiglie e la nostalgia di casa. È probabile che il loto di cui parla Omero sia lo zizyphus lotus, ovvero un giuggiolo selvatico e che l’incantesimo dei Lotofagi non fosse provocato da narcotici ma soltanto dalla bevanda alcolica che si può preparare coi frutti del giuggiolo.
Una specie affine, lo zizyphus spina-christi, è ritenuto dalla leggenda una delle due piante che servirono a preparare la corona di spine di Gesù.
Pare che per gli antichi Romani il giuggiolo fosse il simbolo del silenzio e come tale adornasse i templi della dea Prudenza.
In Romagna e in altre regioni, in molte case coloniche era coltivato adiacente alla casa, nella zona più riparata ed esposta al sole. Si riteneva che fosse una pianta portafortuna.
Secondo gli scritti di Erodoto, le giuggiole potevano essere usate, dopo aver fermentato, per produrre un vino, le cui più antiche preparazioni risalgono a Egizi e Fenici.
Ad Arquà Petrarca, comune veneto dove i giuggioli sono ancora piantati nei giardini di molte abitazioni, le giuggiole sono utilizzate per realizzare ottime confetture, sciroppi, e il famoso brodo di giuggiole, un antico liquore. I frutti del giuggiolo hanno un blando effetto lassativo.
Io ieri, camminando qui in zona, mi sono trovata proprio sotto ad un giuggiolo. Erano secoli che non ne vedevo uno 🙂 Voi conoscete questa pianta?
Il brodo di giuggiole è ricco di vitamina C e zuccheri, risulta dolciastro ed estremamente gustoso. L’espressione “andare in brodo di giuggiole“, riferita a chi manifesta grande felicità, deriva dalla bontà di questo prodotto e quindi dal piacere che ne deriva consumandolo.
Qui, in casa mia, il termine giuggiolo viene usata comunemente per appellare figli e nipoti e sono comuni espressioni del tipo: “Che fa giuggiolina?” per la nipotina e “Com’è andata a giuggiolone?” per il nipote. Ognuno della mia numerosa famiglia ha il proprio “grado di giuggiolità” a seconda dell’età (e della dolcezza 😉 ); dai, lo so che è un po’ strano, ma tra noi ci capiamo …e a me piace ..
[notizie prese dal web – foto: Alidada]
In cantina ho un vasetto coi semi di giuggiolo che mi ha dato “mia nuora”. Credo che li pianterò!
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chissà quanti giuggioli ti nasceranno 🙂
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Chissà, forse neanche uno!
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basta provare… li metti in un vaso e aspetti con santa pazienza 😉 Io nel tempo ho fatto crescere diverse piante di nespole e di pomi 🙂
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Anche io.
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poi crescono troppo e che fatica trovare a chi regalarli che li trapianti 😉
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Esattamente
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L’espressione “andare in brodo di giuggiole” la conoscevo ma non la sua origine! “Giuggiolo” lo usavo/uso anch’io per mio figlio “piccolo” ma ancora per poco (a tredici anni, tra un po’ me la tira dietro… con tutto il brodo) 😀
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dai, Alexandra, mi fai ridere 🙂 ..io uso il termine anche per i quarantenni 😉
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😀
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Sai essere colta esprimendolo con lieve semplicità, bella Ali…l’avevo rimosso l’episodio dei Lotofagi…ti leggo e vado “in brodo di giuggiole” 😀
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grazie Franz 🙂 è mio intento quello di esser lieve, quindi miglior complimento non potresti farmi 🙂
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:*
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Nel mio giardina c’è una bella pianta di giuggiole che io mangio così come sono quando sono mature. Però ne ho messe anche sotto grappa con un po’ di zuccherò e sono gradevoli anche così.
Ciao, buon fine settimana.
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grazie Neda 🙂 Chissà come sarà buona quella grappa! Quasi quasi provo anch’io! 🙂 Buona domenica.
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Metti le giuggiole, ben mature, anche un po’ appassite, in un vaso, con un po’ di zucchero e poi riempi di grappa. Un po’ alla volta lo zucchero si scioglierà e le giuggiole assorbiranno un po’ della grappa, quindi, dopo un paio di mesi saranno pronte da gustare.
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grazie Neda della ricettina… lo farò! 😉
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È un frutto che quelle poche volte che ho potuto vederlo da vicino mi ha sempre affascinato
Sorrido di gusto per le associazioni che ci racconti
Me lo son goduto tutto questo articolo
Notte, cara
Alla prossima!
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Grazie Dora 🙂 In effetti è un post “dolcioso” che si può anche assaporare come se fosse un succo di frutta .. con un po’ di immaginazione 🙂 Buona serata
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dolciosa serata per te! 😀
:*
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Io non sapevo nemmeno che pianta fosse, ma “giuggiolino ” per il Nano l’ho usato anche io!
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.. mi hai fatto ridere … ahahaha 😉
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Ne ho una gigante, in giardino! Ogni anno “faccio il pieno” di giuggiole!
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davvero? Ma dai 😉 Grazie del passaggio qui, buona serata
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No, qui non penso di aver mai visto la pianta…
Non conosco le giuggiole, se non per il detto.
“Giuggiolone”?? 😃
Simpatico, ma io l’ho sempre associato un po’ a “tontolone”, molto meno affettuoso di come viene utilizzato da voi…😂😂😂
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no no… tontolone non si usa. Buongiorno Liana 🙂
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Non mi pare di avere mai visto la pianta di giuggiole, però usiamo spesso l’espressione “andarein brodo di giuggiole” anche senza conoscerne l’origine.
Però… Omero parla dell’isola di Lotofagi nel Nord Africa, mi pare a Nord dell’Africa ci siano solo le isole siciliane di Pantelleria e Lampedusa… Beh, come location non è poi tanto fuori luogo 😀
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Forse non ci hai fatto caso 🙂 Non è una pianta rarissima 🙂 Buona domenica mia cara Giusi
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Anche per me “giuggiolone” è sinonimo di tontolone, ma fatto apposta per guadagnare la simpatia di qualcuno. Le giuggiole, dette in dialetto sisole, sono buonissime da sgranocchiare leggermente acerbe. Credo però che in questo caso l’effetto lassativo non funzioni, anzi!!! 😂😂😂
Il brodo pensavo fosse solo un modo di dire, non ho mai visto o assaggiato il liquore.
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Qui si chiamano anche zizzole…e si dice anche “fa un freddo che si zizzola” facendo riferimento alla pianta che fa i frutti quando arriva il freddo. 🙂 Buona domenica mia cara Ornella 🙂
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Siete giuggiolosi 😍
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Moooolto giuggiolosi 😉
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Sono tornata a rivedere il tuo articolo sulle giuggiole. La nostra pianta è sempre rigogliosa e ti saluta.
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saluti ricambiati 🙂 Sai che se avessi ricercato il mio post forse non lo avrei trovato? 🙂 Sono così distratta… Buona domenica mia cara Neda
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Ho usato “cerca” del tuo blog, inserito “giuggiole” et voilà…
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