Sono stata per qualche giorno ad un convegno a Montecatini Terme. Un seminario di studi sulla matematica. Qualcuno di voi starà già rimuginando su quanta noia e quante astrusità io sia stata costretta a sopportare. Beh, sicuramente le astrusità non mancavano ma la noia no, non ne ho sentita affatto. Sono anni che puntualmente ritorno a Montecatini per queste giornate di studio e ogni volta è un riscoprire sensazioni nuove e piacevoli, che mi lasciano nell’animo un certo benessere che poi mi resta addosso per diverso tempo. Chi non è mai stato nella cittadina termale non può capire fino in fondo a cosa io mi stia riferendo e non mi è facile trasmettere a parole quel vago sentor di buono che vorrei tanto farvi percepire. Intanto c’è da dire che l’hotel del convegno si trova immerso in mezzo a dei giardini lussurreggianti che seguono il crinale della collina e in quel verde il silenzio impera e l’aria è tersa.

Non è mai freddo intenso in quella cittadina, perché è riparata dai venti che passano sull’Appennino Tosco Emiliano e non è mai troppo caldo perché il verde e la ricchezza delle fonti termali dona refrigerio. Gli hotel sono numerosissimi ed entrare dentro ai più famosi fa restare a bocca aperta: drappeggi e decori liberty rievocano i tempi passati e nulla è fuori luogo, nemmeno le chiavi delle camere che oltre ad essere rigorosamente in ottone pesante sono sempre accompagnate da una solenne nappa di passamaneria damascata.

Si mangia toscano in saloni dai decori arricciati ma non troppo e dietro ai finestroni sempre illuminati da qualche raggio di sole benevolo. Si mangia parlando sottovoce, magari di qualche derivata e ci si sorride scambiando qualche pensiero e seguendo rituali sempre uguali, come se fosse impossibile modificare qualcosa che si protrae dai secoli scorsi. E la ribollita.. la pappa al pomodoro.. il farro della Garfagnana.. profumano l’aria di cose di una volta.

Strane giornate quelle di Montecatini, un po’ lussuose e un po’ modeste, un po’ proiettare al futuro con tanto di alte tecnologie per i nostri lavori matematici e un po’ retrò.. un po’ faticose e un po’ distensive. E alla fine ci si saluta e ognuno prende e va per la sua strada, chi per Pisa e chi per Palermo, chi per Rovigo e chi per Tornino… con la speranza che l’anno prossimo si possa ancora ritornare qua, dove il tempo sembra solo una convenzione e i problemi sono solo quelli che sui tavoli dei matematici trovano una soluzione.

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