strudel di mele

foto dal web


Questo dolce mi piace molto e siccome è molto semplice da farsi lo cucino spesso.Per le quantità vado un po’ ad occhio comunque sia, più o meno le dosi sono queste:

una confezione di pasta sfoglia pronta (quella della Buitoni che si acquista al banco frigo va benissimo)
3 o 4 mele renette (se sono mele grosse va bene 3)
50 – 80 g di uvetta sultanina (lavata in acqua calda,  lasciata un po’ a rinvenire e poi strizzata)
circa 70 g di zucchero
50 g di burro (più qualche fiocchetto da mettere sopra)
1 pizzico di cannella
1 cucchiaio di pangrattato
50 g di pinoli
un cucchiaino di aceto di mele (è un piccolo trucco e serve per far stare insieme il composto dopo la cottura)
zucchero a velo q.b.

Preparazione:

Si stende la pasta sfoglia adagiandola con la sua carta sulla piastra del forno, poi si affettano finemente le mele in un recipiente e si mescolano a tutti gli altri ingredienti girando ben bene. Il burro va ridotto in pezzettini e non importa  scioglierlo. L’impasto deve risultare piuttosto asciutto e a pezzi non troppo grossi.  A questo punto il ripieno va disposto al centro della  sfoglia in modo che i bordi  della pasta intorno siano liberi e possano essere ripiegati su se stessi sigillandone le estremità.
Non resta che cospargere con qualche fiocchetto di burro e infornare a forno caldo. Lasciar cuocere per circa 45 minuti a 180 gradi finchè la superficie esterna non sia gonfia e colorita.
Io servo il dolce tiepido (anche perchè quando è molto caldo tende a sbriciolarsi) spolverato di zucchero a velo.


Aggiornamento _ ho fatto una manovra sbagliata nell’editor per correggere un errore nel titolo e ho cancellato il post. (accipicchia com’è diventato veloce cancellare qualcosa!) .. sono riuscita a recuperare il contenuto del testo ma non mi è stato possibile fare altrettanto con i commenti. Scusatemi il pasticcio..


Pubblicato da

Alidada

sono qui, nel mio spicchio di cielo

35 pensieri su “strudel di mele”

  1. Gabriel García Márquez

    Darei valore alle cose non per quello che valgono
    ma per quello che significano.
    Dormirei poco, sognerei di più.
    So che per ogni minuto che chiudiamo gli occhi
    perdiamo 60 secondi di luce di cioccolata.
    Se Dio mi concedesse un brandello di vita,
    vestito con abiti semplici, mi sdraierei, al sole
    e lascerei a nudo non solo il mio corpo
    ma anche la mia anima.
    Dio mio, se avessi cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio
    e aspetterei che si alzasse il sole.
    Dipingerei le stelle con un sogno di Van Gogh.
    con un poema di Benedetti, una canzone di Serrat
    sarebbe la mia serenata alla luna.
    Bagnerei con le mie lacrime le rose
    per sentire il dolore delle spine
    ed il bacio vermiglio dei petali.
    Dio mio, se io avessi ancora un brandello di vita
    non lascerei passare un solo giorno
    senza dire alla gente che io amo, io amo la gente.
    Convincerei ogni uomo ed ogni donna
    che sono i miei favoriti
    e vivrei innamorato dell’amore.
    E dimostrerei agli uomini quanto sbagliano
    quando pensano di smettere di innamorarsi
    quando invecchiano senza sapere che invecchiano
    quando smettono di innamorarsi.
    Darei ad ogni bambino le ali
    ma lo lascerei imparare, da solo, a volare.
    Ai vecchi insegnerei che la morte
    non arriva con la vecchiaia ma con l’oblio.
    Ho imparato molte cose da voi, dagli uomini…
    Ho imparato che tutti, al mondo,
    vogliono vivere in cima alla montagna
    senza sapere che la vera felicità
    sta in come si sale la china.
    Ho imparato che quando un neonato afferra,
    per la prima volta, con il suo piccolo pugno,
    il dito di suo padre, lo terrà prigioniero per sempre.
    Ho imparato che un uomo
    ha diritto di guardare un’altro uomo
    dall’alto verso il basso solo quando lo aiuta a rialzarsi.
    Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi
    ma non mi serviranno davvero più a molto
    perchè quando guarderanno in questa mia valigia,
    infelicemente io starò morendo.

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  2. Ma non puoi proporre in primo piano una tal prelibatezza senza poi offrirla a tutti i tuoi visitatori. Questa è pura cattiveria (non poterla gustare se non fatta da ognuno di noi).

    Ps
    parcheggio degli elefanti= area di parcheggio dei cessanti lavoro ufficiale (pensionati)

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  3. Oh sì, questo mi piace perche è tra quelli che posso mangiare. Può capitare anche di agrumi e di more, da stropicciarsi le mani. Troppo buono. E’ vero che Splinder fa gli “scherzetti”, ogni tanto fa di testa sua, come in 2001 di Kubrick 🙂

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  4. scusate ma io già non mangio (quasi)mai dolci, quelli crucchi poi…
    però devo ammettere che gli strudel della Pavesi al gusto di fichi ogni tanto li assaggio.

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  5. E’la prima volta che passo di qui, e mi sono permesso di curiosare tra i tuoi post. Tutto molto bello e se non disturbo, ripasserò a leggerti più attentamente.
    Grazie a scusami ancora
    Free

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  6. mamma mia, che acquolina!!!!!…proprio a quest’ora, quando ho voglia di qualcosa di insolito…………
    Buona serata e un abbraccio fortissimo!!!
    Sara

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  7. Copio..le tue ricette sono sempre valide ma con lo strudel ho sempre avuto difficoltà..è uno dei miei dolci preferiti..buonoooooo…^^

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  8. mmmm..gnam! 🙂
    Per tenere insieme il tutto preparo del pan grattato fatto tostare con il burro che poi metto sulla pasta (una striscia al centro larga una decina di cm.) su cui adaglio il resto degli ingredienti.
    Le mele e l’uvetta le bagno prima con il rum e spolverizzo su tutto lo zucchero mischiato con la cannella.
    Quindi, sullo zucchero e cannella che mi rimangono, metto qualche goccia d’acqua (deve risultare non troppo liquido e non troppo denso) e spennello lo strudel dopo averlo chiuso.
    Proverò la tua ricetta che mi sembra appena più veloce 😉
    Grasssssieeeeee
    Ars

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