Buccellato a treccia

Buccellato

Il buccellato è un dolce dal gusto antico, di colore bronzeo, tipico della  Toscana ed in particolare della città di Lucca. È morbido e profumato ed è per questo che viene venduto fresco, lo stesso giorno di produzione ed incartato al momento della vendita. Si possono trovare varianti  ma il vero buccellato lucchese è fatto con farina, zucchero, anici e uva passa.

Si consuma con vino, vinsanto, panna e caffè.

Ingredienti

·  Farina, 500 g

·  Zucchero, 150 g

·  Burro, 50 g

 ·  Lievito Di Birra, 20 g

·  Uova, 2

·  Latte, 1 bicchiere

·  Uvetta, 50g

·  Semi D’anice, 2 cucchiaini

·  Sale

Preparazione

  1. Si impasta la farina con lo zucchero, un uovo, il burro morbido, il latte, un pizzico di sale ed il lievito sciolto in un pò d’acqua calda. Lavorare bene ottenendo una pasta simile a quello del pane; dopo  incorporare l’uvetta ed i semi di anice pestati.
  2. Con l’impasto formare una palla e mettetela a lievitare, in un luogo tiepido, coperto con un canovaccio.
  3. Dalla pasta ricavare poi 3 filoncini piuttosto lunghi, unirli insieme da una parte e  poi passarli uno sotto l’altro proprio come si fa con le trecce. Spennellare con un uovo sbattuto e se vi va cospargete con della granella di zucchero. Porre delicatamente il dolce sulla piastra del forno e lasciarlo riposare ancora per circa un’ora in un luogo tiepido.
  4.  Infine cuocere in forno medio (170°) per circa un’ora.

In fotografia … il mio dolce. 🙂

Pubblicato da

Alidada

sono qui, nel mio spicchio di cielo

25 pensieri su “Buccellato a treccia”

  1. sempre la alidada dalle maani doro
    vien voglia di dargli un morsicino 🙂

    il post hai ragione ma se lo traducessi perderebbe tutto il suo effetto che veramente ha avuto su di me
    ma altro non e’ che la telecronaca del giorno di ferragosto passato nella pineta al mare a trieste con cosa rarissima per motivi organizzativi non ultimio legati al lavoro ma anche alle teste e ai diversi stili di vita
    insomma e stata fatta una tavolata un po come quelle che si facevano una volta napoli al lido mappatella un bagno quasi in citta’ dove vi si radunava la gente con meno possibbilita economiche e anche noi ragazzi non motorizzati insomma mancava solo la frittata di pasta
    e mi sembrava di essere nella napoli di una volta e non in una citta nordica dove al mare si va con panini al massimo in pizzeria :-))
    bacino

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  2. Quanto sei brava! Ho copiato la ricetta, poi ti dirò come mi è venuto, lo preparerò nei prossimi giorni. Io adoro cucinare, se non fosse per la dieta appena cominciata, non che sia grassa, devo solo perdere un po’ di liquidi: sono fuori di qualche chilo!
    Buona giornata, un caro saluto.
    Annamaria*

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  3. Tagore

    Donna, non sei soltanto l’ opera di Dio,
    ma anche degli uomini, che sempre
    ti fanno bella con i loro cuori.
    I poeti ti tessono una rete
    con fili di dorate fantasie;
    i pittori danno alla tua forma
    sempre nuova immoralità.
    Il mare dona le sue perle,
    le miniere il loro oro,
    i giardini d’ estate i loro fiori
    per adornarti, per coprirti,
    per renderti sempre più preziosa.
    Il desiderio del cuore degli uomini
    ha steso la sua gloria
    sulla tua giovinezza.
    Per metà sei donna, e per metà sei sogno.

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  4. In Sicilia viene complicato(e reso “pesante”) dall’impasto interno con in più mandorle abbrustolite, marmellata di fichi secchi e frutti canditi.
    Mi pare più leggero il vostro.

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  5. Alejandra Pizarnik
    Quando mi guardi
    i miei occhi sono chiavi,
    il muro ha segreti,
    il mio timore parole, poesie.
    Solo tu fai della mia memoria
    una viaggiatrice affascinata,
    un fuoco incessante.

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  6. Perdona l’invadenza, io sono Pioggiamarea, quella nominata da Pia nel suo post Ignoranza (di cui mi sono accorta per caso solo oggi). Pia ha mal interpretato un mio post: le ho chiarito il senso e lo stesso ho fatto con quanti hanno espresso indignazione nei relativi commenti.
    La mia frase, che ha provocato riprovazione, va presa con l’intero contesto del post di cui fa parte, ed esprime solo ironia, amara ironia.
    Pur sentendomi ferita, comprendo il malinteso, e infatti non faccio colpa a nessuno di nulla.
    Alidada, sono qui per ringraziarti di avermi concesso il beneficio del dubbio: tu fosti la sola a riflettere che, avendo io scritto in napoletano, forse il senso del mio dire era altro. (Ho notato più volte, nei tuoi commenti in vari blog, che sei attenta ai particolari).
    Ciao e grazie,
    (risulterò anonima perché il mio indirizzo è myblog)

    Pioggiamarea

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